Con grandissimo entusiasmo i cittadini di Genova hanno accolto le ragazze e i ragazzi dell'Associazione 3 febbraio', del 'Comitato Solidale LiberaMente', del collettivo 'Sorellanza e Libertà Maripose', di 'Socialismo rivoluzionario' che si sono autorganizzati per operare sul territorio alluvionato, al di fuori di qualsiasi binario autoritario e istituzionalizzato, al di fuori dei diktat del Comune e della Protezione civile. L'azione solidale di marca libertaria, antirazzista ed egualitaria, si è mossa quindi in maniera completamente autonoma e ha incontrato, oggi, un nutrito gruppo di senegalesi (un centinaio) che si sono spontaneamente uniti per dare una mano alla popolazione, la quale ha manifestato grande afflato ed empatia, tanto che tutti insieme, alluvionati e volontari di ogni nazionalità, hanno deciso di stringersi in progetti futuri di feste comuni. E quest'idea è partita proprio dai residenti che così vogliono manifestare il loro ringraziamento nei confronti di queste squadre solidali e meravigliosamente autonome.
Come vedete, gli insegnamenti che la vita quotidiana può darci in merito alla solidarietà e all'autogestione sono moltissimi. I progetti che si sganciano dalle logiche istituzionali non soltanto sono possibili e auspicabili, ma vengono percepiti da tutti in maniera forte, sentita, entusiasmante. Ecco i motivi per cui anche le testimonianze e le pratiche anarchiche di questo tipo vengono raccolte nel libro 'Anarchia come organizzazione' di Colin Ward, citato spesso in questo blog, ultimamente.
Anche noi vogliamo manifestare il nostro apprezzamento nei confronti di quanto sta accadendo in quel quartiere di Genova. In questo momento questi giovani sono riuniti in una assemblea solidale cittadina presso la Facoltà di Lettere e Filosofia (via Balbi) per parlare di questa esperienza e per accogliere i prossimi gruppi indipendenti e autonomi che si aggregheranno a loro nei giorni a venire. Bravi tutti e tutte.
Il comunicato
PS. Questi giovani sono poi quelli puntualmente picchiati dai poliziotti, ma non solo loro.
Come vedete, gli insegnamenti che la vita quotidiana può darci in merito alla solidarietà e all'autogestione sono moltissimi. I progetti che si sganciano dalle logiche istituzionali non soltanto sono possibili e auspicabili, ma vengono percepiti da tutti in maniera forte, sentita, entusiasmante. Ecco i motivi per cui anche le testimonianze e le pratiche anarchiche di questo tipo vengono raccolte nel libro 'Anarchia come organizzazione' di Colin Ward, citato spesso in questo blog, ultimamente.
Anche noi vogliamo manifestare il nostro apprezzamento nei confronti di quanto sta accadendo in quel quartiere di Genova. In questo momento questi giovani sono riuniti in una assemblea solidale cittadina presso la Facoltà di Lettere e Filosofia (via Balbi) per parlare di questa esperienza e per accogliere i prossimi gruppi indipendenti e autonomi che si aggregheranno a loro nei giorni a venire. Bravi tutti e tutte.
Il comunicato
PS. Questi giovani sono poi quelli puntualmente picchiati dai poliziotti, ma non solo loro.
2 commenti:
Ti si apre il cuore a leggere cose come queste in situazioni di emergenza. Che sia proprio l'emergenza ad aggregare?
Alberto:
Quando esiste un'emergenza, l'anarchia si fa più presente perché l'anarchia è coscienza umana, è regola umana, morale umana. Il libro di Colin Ward (citato nel testo) insiste su questo aspetto. Nelle tragiche condizioni dei popoli che subiscono passaggi di regimi, ad esempio, la solidarietà è pratica comune, condizione normale, umanità che emerge. Ecco l'anarchia. Purtroppo i media, in questi casi, fanno sempre emergere l'aspetto caotico e mai quello solidale e anarchico. Domandiamoci perché.
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