Storia tragica, storia di schiavi e di padroni, storia di tutte le autorità che, come dimostrano la Storia e la cronaca, sarebbe meglio non avere, sarebbe logico, sarebbe giusto e umano.
La 'Méduse' è una fregata francese che, dopo una spedizione in Senegal per controllare se gli inglesi avessero abbandonato quello Stato per consegnarlo alla Francia, il 2 luglio 1816 si insabbia nei mari antistanti le coste della Mauritania. Non era sola, la Medusa, insieme a lei altre tre navi francesi facevano da scorta armata. Durante la navigazione, il capitano, Hugues Duroy de Chaumareys, decise di distaccare le navi appoggio e di portarsi più avanti. Decisione scellerata. Medusa si incaglia. Per tre giorni di fila i marinai cercarono di disincagliare la fregata, finché il capitano non prese la decisione di calare in mare le scialuppe. Ma queste non erano sufficienti per tutti. Allora i marinai costruirono una zattera. Questa venne trainata dalle scialuppe finché il peso degli uomini e le condizioni del mare non fecero rompere la cima di traino dopo solo poche miglia di viaggio. Ed eccola ancora l'autorità di Stato vestita da capitano prendere la decisione più atroce e inumana: abbandonare al loro destino gli uomini sulla zattera. Ora gli uomini sono soli nel mare, senza cibo, senza acqua, senza rotta, in preda alla disperazione. La prima notte alcuni di loro si tolsero la vita, nei giorni successivi vi furono atti di cannibalismo, altri ancora morirono tra i flutti dopo essersi gettati in mare per la disperazione o in seguito ad attacchi di allucinazione e di isteria. Dopo molti giorni, i superstiti vennero raccolti da una nave di passaggio. Uno di questi superstiti, il 13 settembre 1816, denunciò gli atti e le decisioni del capitano. Tutto il mondo rimase sconvolto. Vi furono proteste contro il governo francese e contro il capitano. Montò uno scandalo che incrinò la monarchia e rese il popolo ancora più consapevole del fatto che le autorità non hanno alcun motivo di esistere.
Théodore Géricault dipinge questo quadro due anni dopo la tragedia, dopo numerosi studi, ricostruzioni, scelte, ripensamenti. E' la metafora di una Francia che affonda, dice Giulio Carlo Argan in merito a questo quadro. In verità la tragedia contenuta nell'opera manda un messaggio preciso: quando le persone non sono più utili alla causa dello Stato, questo non esita ad ammazzarle.
La 'Méduse' è una fregata francese che, dopo una spedizione in Senegal per controllare se gli inglesi avessero abbandonato quello Stato per consegnarlo alla Francia, il 2 luglio 1816 si insabbia nei mari antistanti le coste della Mauritania. Non era sola, la Medusa, insieme a lei altre tre navi francesi facevano da scorta armata. Durante la navigazione, il capitano, Hugues Duroy de Chaumareys, decise di distaccare le navi appoggio e di portarsi più avanti. Decisione scellerata. Medusa si incaglia. Per tre giorni di fila i marinai cercarono di disincagliare la fregata, finché il capitano non prese la decisione di calare in mare le scialuppe. Ma queste non erano sufficienti per tutti. Allora i marinai costruirono una zattera. Questa venne trainata dalle scialuppe finché il peso degli uomini e le condizioni del mare non fecero rompere la cima di traino dopo solo poche miglia di viaggio. Ed eccola ancora l'autorità di Stato vestita da capitano prendere la decisione più atroce e inumana: abbandonare al loro destino gli uomini sulla zattera. Ora gli uomini sono soli nel mare, senza cibo, senza acqua, senza rotta, in preda alla disperazione. La prima notte alcuni di loro si tolsero la vita, nei giorni successivi vi furono atti di cannibalismo, altri ancora morirono tra i flutti dopo essersi gettati in mare per la disperazione o in seguito ad attacchi di allucinazione e di isteria. Dopo molti giorni, i superstiti vennero raccolti da una nave di passaggio. Uno di questi superstiti, il 13 settembre 1816, denunciò gli atti e le decisioni del capitano. Tutto il mondo rimase sconvolto. Vi furono proteste contro il governo francese e contro il capitano. Montò uno scandalo che incrinò la monarchia e rese il popolo ancora più consapevole del fatto che le autorità non hanno alcun motivo di esistere.
Théodore Géricault dipinge questo quadro due anni dopo la tragedia, dopo numerosi studi, ricostruzioni, scelte, ripensamenti. E' la metafora di una Francia che affonda, dice Giulio Carlo Argan in merito a questo quadro. In verità la tragedia contenuta nell'opera manda un messaggio preciso: quando le persone non sono più utili alla causa dello Stato, questo non esita ad ammazzarle.
3 commenti:
Preferisco La Zattera di Delacroix
non celebra gli schemi del passato-
Egill
Egill, qui non c'è nulla da preferire. Sono tragedie.
Ps. Delacroix non ha dipinto nessuna zattera, semmai 'La libertà guida il popolo', ispirandosi a Géricault per il soldato morto in primo piano. Ciao.
Parallelo con "La strage di Scio" di
Delacroix idea e forma-
Egill
Posta un commento