mercoledì 15 febbraio 2012

Il tuo lavoro, la loro fortuna! Ora basta!

Hai ancora un lavoro? Non ce l'hai? Vuoi averlo o riaverlo? Allora ascoltaci.
Il tuo lavoro non vale la somma che tu ogni mese porti a casa. Il tuo lavoro vale immensamente di più, quello che ti ritorna è solo una parte piccolissima, solo briciole, su cui devi anche pagarci le tasse, e che tasse! Il tuo lavoro, i tuoi sacrifici, le tue rabbie, le ingiustizie che devi sopportare, fanno ricco solo il padrone per cui lavori, i governanti, gli industriali, i banchieri, le lobby mafiose, e principalmente lo Stato. Quanti soldi ha uno Stato? Sono i tuoi soldi!
Tu queste cose le sai, ma le tieni in zona latente, non ci pensi molto, forse non ci pensi per niente, sopravvivi e, anzi, ti reputi fortunato ad avere le briciole. L'immensa ricchezza del mondo posseduta dai detentori del sistema sei proprio tu che la fai, siamo tutti noi che la facciamo, popolo di sfruttati, ed è una ricchezza che magari tu vorresti fosse distribuita equamente nel mondo, che fosse data anche ai bambini in Africa, alla gente ridotta in povertà. Invece no, il frutto dei nostri sacrifici non soltanto lo regaliamo ai padroni e a una chiesa vampira, ma non arriva neppure a rendere il mondo un poco più giusto e umano, il totale di tutte le ricchezze ce l'hanno in mano solo poche sanguisughe.
Non vogliamo distogliere l'occhio dal punto centrale della questione e ripetiamo: sei tu che fai ricco il mondo, ma tu ricevi solo briciole e guai, catene e stress, malattie e ingiustizie, oppressioni e governi, tasse e ricatti, leggi e ordini, e una stramaledetta e continua illusione. L'illusione! E tu credi alle loro illusioni, non fai altro che abboccare all'amo, tutt'al più dici 'che possiamo farci'? E invece ci possiamo fare molto! Sei tu che hai esperienza del tuo lavoro, tu sai dove mettere la mani, come far andare una macchina in fabbrica, come arare coi trattori ed evitare ogni giorno di farti del male o di morire, sei tu che conosci i sistemi del tuo lavoro, sei tu che sai come s'impasta il cemento, come si piega il ferro, come lo si estrae dalla terra. Loro no! Sono loro che hanno bisogno di te, non tu di loro! Ci sono state occasioni, nel mondo, nella Storia, dove gli operai si sono autorganizzati ed hanno autogestito le loro fabbriche (un esempio), hanno scacciato il padrone. Credi che quelle fabbriche si siano fermate solo perché non c'era più il padrone? Al contrario. Quelle fabbriche hanno funzionato molto meglio e gli operai hanno guadagnato molto di più. Immensamente di più.
Ma tu sei convinto che non possa esistere un lavoro senza un padrone, sei convinto di avere bisogno del padrone, te lo hanno insegnato pure a scuola, col metodo scolastico, in verità è proprio il padrone che, nelle sue serene notti passate tra due guanciali, sa di non poter fare a meno di te, ma ti tratta da schiavo, ti ricatta, ti fa sospirare le briciole, ti licenzia, ti toglie la dignità anche con quei due soldi che ricevi a fine mese. Sei tu l'indispensabile, non lui! Sei tu che lo fai ricco sfondato, sei tu che lo sostieni, sei tu che gli dài tutti i privilegi, sei solo tu che decidi di essere schiavo.
Immagina se l'esperienza di tutti i lavoratori si unisse e mandasse via la causa dell'ingiustizia e dello sfruttamento, tutto il danaro guadagnato andrebbe solo ai lavoratori, come è giusto e naturale che sia, una montagna di soldi, un universo di soldi! I lavoratori non hanno bisogno di padroni, hanno invece bisogno che il frutto del loro lavoro vada nelle loro stesse mani. Altro che 1200 euro al mese! decuplicate la cifra, almeno!
Le nostre mani e i nostri cervelli hanno costruito piramidi e cattedrali, astronavi e città, acquedotti e palazzi, macchine sofisticate, abbiamo scavato la terra, ci siamo infilati dentro per trarne carbone, petrolio, gas, minerali, da 3000 anni buttiamo sangue per innalzare palazzi e rivestirli d'oro. Ma per chi? MA PER CHI? In cambio ci hanno dato niente, tasse, soprusi, prigionia, ci fanno pagare le cose che noi stessi abbiamo fatto, con il nostro sudore (e osano chiamarla repubblica). Paghiamo il loro sperpero di danaro (crisi), paghiamo i loro privilegi. Noi paghiamo la nostra schiavitù volontaria.
E' tempo che il nostro lavoro frutti a noi stessi, è tempo di liberarci, è tempo di godere di tutto il frutto del nostro lavoro. Loro, i padroni, tutti i padroni e i privilegiati, facciamoli lavorare con noi, come noi, per noi. E se non ce la fanno perché non sono mai stati abituati a lavorare, che si ammazzino col cianuro nelle loro piscine e nei loro palazzi (fatti da noi)!
E Siamo noi a far ricca la terra, noi che sopportiamo la malattia del sonno e la malaria.
Noi mandiamo al raccolto cotone, riso e grano, e noi piantiamo il mais su tutto l'altopiano.
Noi penetriamo foreste, coltiviamo savane, le nostre braccia arrivano ogni giorno più lontane.
Da noi vengono i tesori alla terra carpiti, con che poi tutti gli altri restano favoriti.
E siamo noi a far bella la luna con la nostra vita coperta di stracci e di sassi di vetro.
Quella vita che gli altri ci respingono indietro come un insulto, come un ragno nella stanza.
Riprendiamola in mano, riprendiamola intera, riprendiamoci la vita, la terra, la luna e l'abbondanza. [...]

Per sapere come si fa l'autogestione in fabbrica, guarda il video.






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1 commento:

*Dioniso*777* ha detto...

Bellissimo posto, lo proporrò nel mio blog, ovviamente citando la fonte, complimenti.

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