Uno
degli aspetti totalmente censurati dai media è il ruolo decisivo delle
organizzazioni di popolo interne ed esterne alla nazione siriana.
Organizzazioni di pace e di cooperazione, siano esse strutturate a
monte, oppure spontanee, quelle che nascono per reazione e per
autodifesa. La parola che in questi anni è circolata tra il popolo
oppresso siriano, ma anche fuori dalla Siria, è 'autodeterminazione'.
Ed è sulla base di questa volontà popolare di autodeterminazione che le
pieghe vitali e sociali hanno assunto e assumono ancora valore
eminentemente anarchico. Il diritto di costruirsi un'alternativa
antiautoritaria, autogestionaria, aleggia ancora per le strade siriane,
come dentro le Università, nonostante i raid del regime che, dentro
quelle aule, continua a uccidere gli anarchici, 'colpevoli' di
diffondere idee di libertà, di pace e di autogestione. Ma oggi come
ieri, in Siria, queste idee non appartengono solo agli anarchici, perché
sono idee che riguardano il buon senso delle persone e delle
associazioni locali, idee e azioni che vengono portate avanti come vera
alternativa ai governi. In buona sostanza, se da una parte i media ci
restituiscono solo le voci dei governi, dall'altra parte ci nascondono
la voce del popolo che, come dice Mohammed Bamyeh, sociologo
all'Università di Pittsburgh, ha un'impronta fortemente anarchica, sia
spontanea, sia organizzata.
Una rete di associazioni è strutturata sul territorio siriano. La rete di mutuo appoggio è visibile CLICCANDO QUI.
Nessun commento:
Posta un commento