giovedì 25 aprile 2013

Per una vera liberazione

Il mio auspicio per un 25 aprile ogni giorno, non nella sterile celebrazione, ma nella prospettiva concreta di un vero cambiamento. 
Molta gente crede nei meravigliosi valori della libertà, della giustizia sociale, nella pace, nella fratellanza, nella solidarietà... insomma, in un'etica di vita armonica che sta alla base della 'natura naturans'. E' un peccato vedere la stessa gente contraddire i princìpi in cui crede mentre abbraccia quelli di un partito o di un'ideologia fondata sull'ordine gerarchico, sui capi e sui sottoposti... anche io, tempo fa, avevo commesso lo stesso peccato, poi mi sono detto: ma dov'è l'eguaglianza e la giustizia in un ordine gerarchico? Appoggiare le teorie ancorché umane ma proposte da un partito, che essendo tale ha solo mire sistemiche di sfruttamento, vuol dire disertare i valori di cui sopra, è gioco-forza. 
Ogni struttura piramidale è autoritaria e rinnega quei valori. Li rinnega nei fatti. Il partito è di per sé un concetto divisionista che si fa concreto, spacca, divide, crea inevitabilmente dissidio, competizione, discriminazione interna ed esterna, e stimola le menti a ragionare dogmaticamente, ad adattarsi nel campo delimitato a posteriori dal padrone, il quale non desidera altro che avere uno stuolo di seguaci per essere portato a spalla fin dentro il cuore del sistema. Allora i leaders giocano di demagogia, ed è un gioco sporco, alle loro belle parole dottrinali non fanno mai seguito le azioni, il sistema non può mai essere dispensatore di pace, di giustizia, di libertà, perché proprio questi valori il sistema li ruba al popolo, sono il suo cibo. Chiunque crede nei savi valori umani dovrebbe anzitutto evitare di consegnarli al sistema, al partito, al leader, a una qualsivoglia gerarchia. 
Per concretizzare davvero le belle parole e i princìpi di giustizia, la pratica dev'essere antiautoritaria, deve essere libertaria, egualitaria, orizzontale, non gerarchica. E infatti l'anarchia è rimasta la vera e unica forza popolare che mette in pratica quei valori in cui molta gente crede, lo fa nonostante tutti i bastoni tra le ruote, come potete immaginare. Ma poiché il sistema ha fatto in modo di divulgare sciocchezze in merito all'anarchia, nascondendone a tutti il pensiero e la pratica, il suo autentico impulso umano, la gente se ne tiene a ragguardevole distanza, inebriandosi così di informazioni di regime, di partito, di regole imposte dall'alto che portano inevitabilmente a sciogliere nell'acido del sistema ogni principio di libertà, di giustizia, di pace, di fratellanza. 
Le parole stanno sempre a zero, anche queste, l'unica cosa è sperimentare, scoprire, avere il gusto e la gioia della curiosità per capire le cose, ma per fare questo c'è solo una cosa da fare in prima istanza: essere disposti a ragionare con la propria testa, senza rimanere legati ai pregiudizi, alle dicerie, alle convinzioni, o a un disdicevole 'cosa dice il capo?'. Bisognerebbe essere disposti ad accogliere altri elementi cognitivi per poter affrontare una scelta che sia davvero tale e consapevole. Porre dubbi. La questione -diceva qualcuno- non è tanto avere simpatia verso nuove idee, quanto sapersi staccare da quelle vecchie. Allora direi davvero che non può esserci liberazione se non ci liberiamo anzitutto dai soliti schemi e dai modelli imposti, che sono tutti automatismi mentali che rigenerano all'infinito l'esistente. Questo è il mio auspicio, che sarà sicuramente disatteso, ma ho sentito il desiderio di raccontarvelo lo stesso. 

La profezia di Errico Malatesta
L'inganno del 25 aprile
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