Sapete dove ci hanno portato 250 anni di storia industriale? Ci hanno portato a considerare l'economia come il metro di misura di ogni cosa. E così pensiamo che le privatizzazioni siano legittime e cose buone e giuste, mentre proprio la Storia ci insegna che non è così. Veniamo al sodo. Il 6 agosto scorso, nella famigerata legge 133 che investe anche la Scuola, c'è una norma scandalosa che impone ai Comuni d'Italia (caso unico in Europa) di mettere in mano ai privati (banche, aziende...) l'acqua. Vedrete poi che i media diranno che la privatizzazione garantisce competitività e concorrenza. Molti ci crederanno, nonostante tutte le prove contrarie (telefonini, assicurazioni, compagnie petrolifere... avete constatato migliorie nella vostra economia personale?). Ma in area lombarda (e non solo) molti comuni sono già in rivolta e non importa se la protesta arriva dalle giunte di destra o di sinistra. Tutti protestano, perché l'acqua è un diritto sacrosanto e pubblico! Tale deve rimanere. Invece Tremonti ha proposto la norma 'water-profit' (ndr) e l'opposizione l'ha firmata!
Un bene pubblico come l'acqua non può essere gestito da privati, non deve essere tolto ai comuni, già in crisi dopo l'abolizione dell'ici. Persino Mediobanca ammette che il servizio pubblico funziona meglio di quello privato, tanto è vero che le due aziende idriche pubbliche milanesi hanno le reti migliori d'Italia e le tariffe tra le più basse d'Europa.
Oggi noi accendiamo la tv e ascoltiamo appelli del tipo: 'bisogna fare attenzione a non sprecare acqua, anche la gocciolina del rubinetto fa lievitare la bolletta'; ma è strano come in tv non si senta mai dire, ad esempio: 'e tu, ricco benestante, cerca di non riempire fino all'orlo la tua piscina'! Con la norma del 6 agosto si 'regolarizza' anche questo rapporto tra povero e ricco; infatti, chi avrà i soldi potrà abusare dell'acqua a suo piacimento, mentre i meno abbienti dovranno davvero stare attenti persino alla gocciolina del rubinetto. Il metro di misura non sarà più la coscienza e il buon senso, ma i soldi.
Ecco dove ci hanno portato 250 anni di storia industriale!
Un bene pubblico come l'acqua non può essere gestito da privati, non deve essere tolto ai comuni, già in crisi dopo l'abolizione dell'ici. Persino Mediobanca ammette che il servizio pubblico funziona meglio di quello privato, tanto è vero che le due aziende idriche pubbliche milanesi hanno le reti migliori d'Italia e le tariffe tra le più basse d'Europa.
Oggi noi accendiamo la tv e ascoltiamo appelli del tipo: 'bisogna fare attenzione a non sprecare acqua, anche la gocciolina del rubinetto fa lievitare la bolletta'; ma è strano come in tv non si senta mai dire, ad esempio: 'e tu, ricco benestante, cerca di non riempire fino all'orlo la tua piscina'! Con la norma del 6 agosto si 'regolarizza' anche questo rapporto tra povero e ricco; infatti, chi avrà i soldi potrà abusare dell'acqua a suo piacimento, mentre i meno abbienti dovranno davvero stare attenti persino alla gocciolina del rubinetto. Il metro di misura non sarà più la coscienza e il buon senso, ma i soldi.
Ecco dove ci hanno portato 250 anni di storia industriale!
5 commenti:
È il concetto della proprietà privata e il metodo criminale che di essa se ne fa uso che deve essere sradicato. Altrimenti non solo l'acqua ma anche l'aria che respiriamo pagheremo (già m'immagino aree decontaminate in cui si possa respirare aria pura a grandi prezzi).
Ps.: quell'Errico, se non vado errato è il Malatesta! O mi sbaglio?
Sì, bravo, è proprio Malatesta. Mio 'padre'.
Non voglio fare apologia dei 250 anni, ma il nostro è un caso unico in europa, o sbaglio?
Deve esserci qualcos'altro io credo, come per esempio la corruzione ai poteri forti della nostra classe politica.
Certo, Iacopo, anche la corruzione della classe politica... Per questo siamo unici in Europa e tristemente famosi. Ma la privatizzazione, anche nei Paesi più civilmente facoltosi, ha creato più danni che benefici.
Ciao
quello che stavo cercando, grazie
Posta un commento