Il linguaggio televisivo non è soltanto verbale, ma si esprime -per definizione- anche attraverso le immagini. Alcune immagini possono risultare più evidenti rispetto ad altre, ad esempio un presentatore avrà una pregnanza maggiore rispetto al contesto scenografico in cui egli è posto.
Proprio la scenografia, sulla quale si ripone in genere poca attenzione, assume un'importanza capitale nella comunicazione televisiva. Infatti, alla scenografia viene affidato il còmpito di trasmettere sensazioni capaci di raggiungere alcune zone del cervello preposte alle emozioni e, in questo modo, in grado di condizionare emotivamente il telespettatore.
La scelta e l'impiego di alcuni colori e di alcune forme può, ad esempio, predisporre l'osservatore alla calma o alla irrequietezza, alla gioia o alla tristezza e così via.
Nel periodo coincidente -e immediatamente successivo- alle inchieste di 'Mani Pulite' (1992-1993), la scenografia televisiva giocò un ruolo fondamentale. La politica era stata scossa dalle fondamenta e anche il Paese era in fibrillazione per un fervente anelito di pulizia e onestà in Parlamento. La massa, forse per la prima volta, aveva invertito la propria condizione di sudditanza permanente rispetto ai politici e s'intravvedeva il 'rischio' di una vera e propria sommossa civile (ricorderete il lancio di monetine addosso a Craxi e le urla, gli epiteti, i 'Di Pietro, sei tutti noi').
La televisione che -è bene ricordarlo- è uno strumento del potere, aveva predisposto un piano per un 'ritorno all'ordine'. Occorreva infondere serenità al Paese. Si fece allora un uso massiccio di scenografie (anche proiettate) rappresentanti cieli azzurri con nuvole bianche. Come in questo caso (la foto è proprio del 1993):
Proprio la scenografia, sulla quale si ripone in genere poca attenzione, assume un'importanza capitale nella comunicazione televisiva. Infatti, alla scenografia viene affidato il còmpito di trasmettere sensazioni capaci di raggiungere alcune zone del cervello preposte alle emozioni e, in questo modo, in grado di condizionare emotivamente il telespettatore.
La scelta e l'impiego di alcuni colori e di alcune forme può, ad esempio, predisporre l'osservatore alla calma o alla irrequietezza, alla gioia o alla tristezza e così via.
Nel periodo coincidente -e immediatamente successivo- alle inchieste di 'Mani Pulite' (1992-1993), la scenografia televisiva giocò un ruolo fondamentale. La politica era stata scossa dalle fondamenta e anche il Paese era in fibrillazione per un fervente anelito di pulizia e onestà in Parlamento. La massa, forse per la prima volta, aveva invertito la propria condizione di sudditanza permanente rispetto ai politici e s'intravvedeva il 'rischio' di una vera e propria sommossa civile (ricorderete il lancio di monetine addosso a Craxi e le urla, gli epiteti, i 'Di Pietro, sei tutti noi').
La televisione che -è bene ricordarlo- è uno strumento del potere, aveva predisposto un piano per un 'ritorno all'ordine'. Occorreva infondere serenità al Paese. Si fece allora un uso massiccio di scenografie (anche proiettate) rappresentanti cieli azzurri con nuvole bianche. Come in questo caso (la foto è proprio del 1993):
Di per sè, l'azzurro è già un colore rilassante, ma accompagnato a nuvole bianche questo colore diventa più esplicitamente un cielo, cioè l'immagine ideale della serenità.
Il cielo sereno è stato poi, non a caso, utilizzato da Berlusconi per il suo logo di partito, per i manifesti e per i fondali dei congressi di Forza Italia e continua ancora oggi ad essere utilizzato. Il riferimento all'iconografia tradizionale è chiaro: i santi e le divinità stanno in cielo (paradiso) e ai santi il popolino ingenuo fa sempre affidamento. Così Berlusconi diventava, poco a poco, l'uomo della provvidenza, quando nel 1994, finito il periodo di Tangentopoli, esordì come politico e si propose all'Italia con una frase che recitava più o meno: 'non vorrei fare il politico, ma la situazione me lo impone e sono costretto a scendere in campo'. Come dire: io sono il santo che, mio malgrado, viene in vostro soccorso.
Attenzione, perciò, agli sfondi azzurri. Il pittore veneto Paolo Caliari (il Veronese), nel XVI secolo, conosceva già questo espediente e dipingeva figure allegoriche contro il cielo per glorificare Venezia e i suoi fasti.
Il cielo sereno è stato poi, non a caso, utilizzato da Berlusconi per il suo logo di partito, per i manifesti e per i fondali dei congressi di Forza Italia e continua ancora oggi ad essere utilizzato. Il riferimento all'iconografia tradizionale è chiaro: i santi e le divinità stanno in cielo (paradiso) e ai santi il popolino ingenuo fa sempre affidamento. Così Berlusconi diventava, poco a poco, l'uomo della provvidenza, quando nel 1994, finito il periodo di Tangentopoli, esordì come politico e si propose all'Italia con una frase che recitava più o meno: 'non vorrei fare il politico, ma la situazione me lo impone e sono costretto a scendere in campo'. Come dire: io sono il santo che, mio malgrado, viene in vostro soccorso.
Attenzione, perciò, agli sfondi azzurri. Il pittore veneto Paolo Caliari (il Veronese), nel XVI secolo, conosceva già questo espediente e dipingeva figure allegoriche contro il cielo per glorificare Venezia e i suoi fasti.
4 commenti:
Mi ricorda quella parodia di Gnocchi su Del Debbio e il suo sfondo portatile a spalla. La scenografia è essenziale, ma non può far tutto: tocca alla bravura e alla credibilità di chi gli si muove davanti.
River, Gnocchi era straordinario eheheh. Ma sai? Chi sta davanti alla scenografia, solitamente parla e il linguaggio verbale passa attraverso le nostre orecchie e viene filtrato dalla nostra esperienza o cultura; invece la scenografia (o un'immagine) parla direttamente alla nostra coscienza, senza filtri, ha il potere di evocare sentimenti.
Poi è chiaro che se le due parti sono in sintonia, il messaggio arriva con più forza.
Facciamo una "canonizzazione civile" del Caliari e invochiamolo ... sarà il nostro santo protettore ... il santo di chi non si piega a 90°!
@ sytry82
San Paolo da Verona... suona bene :-)
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