Siamo alle solite. Quando dei cittadini protestano per i prorpi diritti, scatta puntuale la macchina mediatica che li taccia di terrorismo. Non succede solo da noi. Avrete sentito, infatti, degli scontri avvenuti nella City di Londra tra la polizia e i cittadini che protestavano contro il finanziamento pubblico alle banche e alle grandi aziende. E avrete sicuramente notato come la tv non pone mai l'accento sulle motivazioni della protesta, bensì sulla reazione dei manifestanti. Una vetrina spaccata è una manna per chi vuole far affondare le ragioni di una protesta legittima e doverosa.
Così, ecco che gli aggettivi più dequalificanti (o che hanno subito una riconversione negativa del loro significato) fanno la loro 'bella' comparsa nel lessico giornalistico: criminali, anarchici, gruppi molto violenti, gruppi radicali, no-global...
Invece si è trattata di una lecita reazione a quella che, anche da noi, è stata un'azione violenta dello Stato contro i cittadini, i quali -come da noi- sono costretti a finanziare con i propri soldi la crisi delle banche e delle grandi aziende.
Cosa vogliono questi cittadini? Vogliono che i loro soldi rimangano integri dentro banche sicure; non vogliono pagare una crisi che essi non hanno mai creato; vogliono, semmai, aiutare le piccole imprese; vogliono che vengano tutelati i loro diritti; vogliono legalità. E se per ottenere questi diritti occorre anche spaccare una vetrina... fate voi, noi pensiamo che ne valga la pena.
Ma, a fronte di tutto questo, ci chiediamo: e noi italiani? Non reagiamo anche noi? No, eh?
Così, ecco che gli aggettivi più dequalificanti (o che hanno subito una riconversione negativa del loro significato) fanno la loro 'bella' comparsa nel lessico giornalistico: criminali, anarchici, gruppi molto violenti, gruppi radicali, no-global...
Invece si è trattata di una lecita reazione a quella che, anche da noi, è stata un'azione violenta dello Stato contro i cittadini, i quali -come da noi- sono costretti a finanziare con i propri soldi la crisi delle banche e delle grandi aziende.
Cosa vogliono questi cittadini? Vogliono che i loro soldi rimangano integri dentro banche sicure; non vogliono pagare una crisi che essi non hanno mai creato; vogliono, semmai, aiutare le piccole imprese; vogliono che vengano tutelati i loro diritti; vogliono legalità. E se per ottenere questi diritti occorre anche spaccare una vetrina... fate voi, noi pensiamo che ne valga la pena.
Ma, a fronte di tutto questo, ci chiediamo: e noi italiani? Non reagiamo anche noi? No, eh?
2 commenti:
E chi non protesta è un coglione!
Scalpogrigio piu' che vigliacchi siamo dei voltagabbana specializzati nel salto della quaglia.Le proteste di piazza servono solo a dare il pretesto per una repressione poliziesca,non si tollerano piu' manifestazioni spontanee dei cittadini.DISOBBEDIENZA CIVILE DI MASSA questa è l'unica arma in possesso dei cittadini,il problema è organizzarla per non ritrovarsi poi in due tre a doverne subire le conseguenze.Coerenti con il nostro voltagabbanismo l'altra specialita' è "vai avanti tu che a me vien da ridere".
Posta un commento