domenica 5 aprile 2009

Tempi determinati, non hanno coniugazioni al futuro

Noi siamo quelli del mulino nero. Se ci va bene guadagniamo mille euro al mese, ma ci deve andare proprio bene. Abbiamo un contratto a tempo determinato, ma non abbiamo mai capito da chi è stato determinato. Nessuno lo sa. E' così e basta.
Siamo quelli tenuti perennemente sotto scacco. Impossibile muoversi o barare, siamo in trappola.
Ci hanno detto che dobbiamo guardare al futuro con ottimismo, ma noi siamo quelli del mulino nero e non ci dànno neppure un secchio di pittura, foss'anche grigia, per ritinteggiarlo!
Qui fa sempre freddo, perché anche il cielo è scuro; e più volgiamo lo sguardo all'orizzonte, più il cielo s'incupisce, s'annerisce e non ne distinguiamo il limite con la terra. Del futuro non si vedono neppure i miraggi.
Ci hanno detto che siamo fortunati perché possiamo ancora sognare. Gratis. Ma di sogni, noi, non ne abbiamo più, ce li siamo venduti per due monete di latta.
La flessibilità è il nostro argomento preferito, infatti abbiamo le vertebre flessibilissime e... se non fosse così, non potremmo sopportare il peso della nostra esistenza.
Ma il peso maggiore non grava sulle nostre spalle, bensì sulle distorte coscienze degli italiani, complici della nostra perpetua precarietà!
Sophia

2 commenti:

Mario ha detto...

Ma il peso non grava sulle spalle dei precari! Leggete qua:
http://www.alessandrorobecchi.it/index.php/200904/voi-siete-qui-colletta-internazionale-per-poveri-imprenditori/

;)

coscienza critica ha detto...

@ Mario
;-)

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