Sale la protesta in vari settori della società italiana. L'esempio della INNSE rappresenta 'il metodo' per dare sfogo a una voglia di protesta diffusa da tempo nel Paese.
Quello che sta avvenendo in Italia è certamente il frutto di anni di politiche scriteriate, acuite -e spesso prodotte- dall'attuale governo, che hanno condotto la nostra società sulla strada di un impoverimento generale (della Libertà, della democrazia, della coscienza critica, del potere d'acquisto e anche del lavoro).
Quanto pensate che possa durare un governo che nasconde alla gente le vere priorità del Paese? E quanto potrà durare la fiducia degli italiani nei confronti dei media nazionali che le nascondono?
Gli scricchiolii che si odono oggi, fanno credere che una certa consapevolezza stia riformandosi presso gli italiani, in merito alla loro condizione di sudditi, se non addirittura di cavie. In Italia si assiste ad un'alzata di testa da parte di quei lavoratori che si vedono negare diritti inviolabili come la libertà di espressione, la casa, il pane e il lavoro.
Se diamo un'identità a queste proteste, una configurazione sociale, notiamo come queste abbiano carattere autonomo, sganciate da tutele sindacali (assenti, così come una vera opposizione parlamentare). Questo è quello che più dovrebbe far riflettere. Si tratta di proteste autogestite, dove ogni singolo operaio è investito di una responsabilità che riguarda anche il destino dei suoi compagni di lotta. E' un grande esempio di solidarietà e di civiltà. E' così che l'Italia sale verso il ripristino della propria dignità civile.
Non sono pochi gli esempi di autoconsapevolezza e di protesta, oggi, credeteci. I media di regime tacciono, ma intanto anche gli insegnanti sono sul piede di guerra, soprattutto adesso che si avvicina il settembre dei disoccupati e stanno pensando a concrete forme di lotta, lungi dai dibattiti, dalle conferenze, dalle riunioni, dai bla bla. Non è più tempo dei bla bla. A dire il vero, non lo era neanche prima. Non possiamo rivelare adesso ciò che gli insegnanti stanno pianificando, ma il Ministero è avvisato (lo diciamo da qui, visto che dai palazzi Romani vengono spesso a farci visita).
Moltissimi settori della società non sono privi di problemi e, in assenza di un'azione sindacale, si programma la 'protesta fai da te' che, come abbiamo visto, paga.
Riguardo all'azione (assente) dei sindacati, da tempo sosteniamo la necessità di uno sciopero generale, protratto per un lungo periodo. Ogni tanto qualche sindacato (sempre in disaccordo con gli altri, concorrenti) osa annunciare uno scioperello di un'ora. Ridicolo. Non fai in tempo a scrivere un cartello che devi ritornare in fabbrica, schiavizzato più di prima e doppiamente frustrato.
Ora è tempo dell'azione concreta e siamo in una fase in cui le isolate realtà in protesta (piccoli focolai, ma energici) possono accendere il grande fuoco. Certo, bisogna fare i conti con un grande ostacolo, cioè la televisione. Tutto ciò che non appare in video non esiste. Perciò invitiamo i giornalisti della carta stampata e della televisione a compiere un sano atto di responsabilità e di dare fondo a tutta la loro dignità professionale, al fine di informare l'Italia di tutte le proteste presenti oggi e di quelle che verranno. Questo anche per evitare di creare un grave buco informativo, proprio mentre l'Italia sale... dal basso: che figura farebbero -ancora- i giornalisti?
Nota
L'ideologia propagandata dall'opera pittorica a corredo di questo post non ha alcuna relazione con il nostro testo, ad esclusione del titolo.
Quello che sta avvenendo in Italia è certamente il frutto di anni di politiche scriteriate, acuite -e spesso prodotte- dall'attuale governo, che hanno condotto la nostra società sulla strada di un impoverimento generale (della Libertà, della democrazia, della coscienza critica, del potere d'acquisto e anche del lavoro).
Quanto pensate che possa durare un governo che nasconde alla gente le vere priorità del Paese? E quanto potrà durare la fiducia degli italiani nei confronti dei media nazionali che le nascondono?
Gli scricchiolii che si odono oggi, fanno credere che una certa consapevolezza stia riformandosi presso gli italiani, in merito alla loro condizione di sudditi, se non addirittura di cavie. In Italia si assiste ad un'alzata di testa da parte di quei lavoratori che si vedono negare diritti inviolabili come la libertà di espressione, la casa, il pane e il lavoro.
Se diamo un'identità a queste proteste, una configurazione sociale, notiamo come queste abbiano carattere autonomo, sganciate da tutele sindacali (assenti, così come una vera opposizione parlamentare). Questo è quello che più dovrebbe far riflettere. Si tratta di proteste autogestite, dove ogni singolo operaio è investito di una responsabilità che riguarda anche il destino dei suoi compagni di lotta. E' un grande esempio di solidarietà e di civiltà. E' così che l'Italia sale verso il ripristino della propria dignità civile.
Non sono pochi gli esempi di autoconsapevolezza e di protesta, oggi, credeteci. I media di regime tacciono, ma intanto anche gli insegnanti sono sul piede di guerra, soprattutto adesso che si avvicina il settembre dei disoccupati e stanno pensando a concrete forme di lotta, lungi dai dibattiti, dalle conferenze, dalle riunioni, dai bla bla. Non è più tempo dei bla bla. A dire il vero, non lo era neanche prima. Non possiamo rivelare adesso ciò che gli insegnanti stanno pianificando, ma il Ministero è avvisato (lo diciamo da qui, visto che dai palazzi Romani vengono spesso a farci visita).
Moltissimi settori della società non sono privi di problemi e, in assenza di un'azione sindacale, si programma la 'protesta fai da te' che, come abbiamo visto, paga.
Riguardo all'azione (assente) dei sindacati, da tempo sosteniamo la necessità di uno sciopero generale, protratto per un lungo periodo. Ogni tanto qualche sindacato (sempre in disaccordo con gli altri, concorrenti) osa annunciare uno scioperello di un'ora. Ridicolo. Non fai in tempo a scrivere un cartello che devi ritornare in fabbrica, schiavizzato più di prima e doppiamente frustrato.
Ora è tempo dell'azione concreta e siamo in una fase in cui le isolate realtà in protesta (piccoli focolai, ma energici) possono accendere il grande fuoco. Certo, bisogna fare i conti con un grande ostacolo, cioè la televisione. Tutto ciò che non appare in video non esiste. Perciò invitiamo i giornalisti della carta stampata e della televisione a compiere un sano atto di responsabilità e di dare fondo a tutta la loro dignità professionale, al fine di informare l'Italia di tutte le proteste presenti oggi e di quelle che verranno. Questo anche per evitare di creare un grave buco informativo, proprio mentre l'Italia sale... dal basso: che figura farebbero -ancora- i giornalisti?
Nota
L'ideologia propagandata dall'opera pittorica a corredo di questo post non ha alcuna relazione con il nostro testo, ad esclusione del titolo.
Si invitano gli appassionati del copia-incolla di citare sempre la fonte. Grazie
1 commento:
Spero che da questi focolai l'Italia faccia partire un'effetto domino in tutta Europa.
"Certo, bisogna fare i conti con un grande ostacolo, cioè la televisione"
E' vero...però anche sotto il regime fascista era tutto controllato eppure i cittadini si sono ribellati...quando si superano certi limiti credo non ci sia più propaganda che tenga.
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