Sulla scia del successo ottenuto dagli operai della INNSE, prosegue l'identikit di un Paese in crisi. I vertici aziendali, per aggirare la crisi e mantenere alti i loro profitti, non fanno altro che delocalizzare le aziende e licenziare gli operai. Non dobbiamo scordare che sono aziende che hanno beneficiato di contributi pubblici, statali, soldi nostri e che ora, senza pensarci due volte, vendono macchinari e produttività al miglior offerente (spesso la Cina), infischiandosene di chi quelle aziende le ha fatte andare avanti: i lavoratori. I media di regime tacciono.
Così la Manuli sita nella zona industriale di Ascoli Piceno che vuole mettere in cassa integrazione straordinaria 375 lavoratori, senza neppure passare dalla cassa integrazione ordinaria. Questo, nonostante il calo delle commesse sia basso (il 20% in meno). I lavoratori della Manuli sono adesso in presidio permanente davanti ai cancelli (foto) e chiedono almeno la cassa integrazione ordinaria per avere più tempo a disposizione per trovare un altro impiego. La loro proposta iniziale però è un'altra: utilizzare la spesa della cassa integrazione per riavviare l'azienda e dare continuità al lavoro degli operai.
Anche la NOVICO sta adottando un piano scriteriato e la protesta dei suoi lavoratori sta subendo, dal 2008, una continua censura. L'azienda si trova ad Ascoli Piceno e produce siringhe. Si vuole appaltare l'impresa alla Cina e lasciare a casa circa 70 lavoratori che equivalgono ad altrettante famiglie. Questi operai, per ottenere un minimo di visibilità, sono dovuti andare davanti ai cancelli della suddetta Manuli, a protestare insieme agli altri operai del presidio.
In Italia vi sono altre aziende con la stessa situazione, con le stesse mire, ma secondo Tremonti la crisi non c'è e per Berlusconi la crisi è addirittura psicologica. Ovvio, se la tv non ne parla, il problema non esiste. Parafrasando un certo inno, diremo: per fortuna la rete c'è!
Così la Manuli sita nella zona industriale di Ascoli Piceno che vuole mettere in cassa integrazione straordinaria 375 lavoratori, senza neppure passare dalla cassa integrazione ordinaria. Questo, nonostante il calo delle commesse sia basso (il 20% in meno). I lavoratori della Manuli sono adesso in presidio permanente davanti ai cancelli (foto) e chiedono almeno la cassa integrazione ordinaria per avere più tempo a disposizione per trovare un altro impiego. La loro proposta iniziale però è un'altra: utilizzare la spesa della cassa integrazione per riavviare l'azienda e dare continuità al lavoro degli operai.
Anche la NOVICO sta adottando un piano scriteriato e la protesta dei suoi lavoratori sta subendo, dal 2008, una continua censura. L'azienda si trova ad Ascoli Piceno e produce siringhe. Si vuole appaltare l'impresa alla Cina e lasciare a casa circa 70 lavoratori che equivalgono ad altrettante famiglie. Questi operai, per ottenere un minimo di visibilità, sono dovuti andare davanti ai cancelli della suddetta Manuli, a protestare insieme agli altri operai del presidio.
In Italia vi sono altre aziende con la stessa situazione, con le stesse mire, ma secondo Tremonti la crisi non c'è e per Berlusconi la crisi è addirittura psicologica. Ovvio, se la tv non ne parla, il problema non esiste. Parafrasando un certo inno, diremo: per fortuna la rete c'è!
AGGIORNAMENTO DEL 27 AGOSTO 2009
Sei operai della NOVICO si sono appena barricati nel reparto sterilizzazione e hanno cominciato lo sciopero della fame (Fabrizio Valori, Michele Zaini, Piero Grandi, Domenico Agostini, Gabriele Pamelini, Maria Teresa Capriotti). Sono previste riprese di rai3 e canale5
4 commenti:
Anche la Manuli si trova nella zona industriale di Ascoli Piceno, come la Novico. In più andrà a morire tutto l'indotto creato intorno a queste realtà.
grazie per l'articolo, perche a parte i giornali locali non ne parla nessuno a livello nazionale.
Situazione relativa al Piemonte nei primi 6 mesi del 2009:
- 103 imprese hanno chiuso;
- circa 27.000 addetti sono andati in cassa integrazione ordinaria, per un totale erogato di 62 milioni di ore, +1351% rispetto allo stesso periodo del 2008;
- il tasso di disoccupazione è salito dal 4% del 2007 al 7% attuale.
Il primo che si presenta da queste parti a raccontare che "la crisi è finita" non si stupisca se gli arriva un pugno sul naso.
Un feroce sindacalismo anarchico...in tempi aspri non può essere altrimenti...il PD vada a quel paese...
Gli operai innse ha dato un esempio ottimo di come siconduce una lotta per il posto di lavoro..Gli operai innse hanno portato avanti una lotta dura per 15 mesi..fatta di occcupazione,presidi,e nn solo di carri ponte sul quale si sono arrampicati,hanno saputo usare i media come loro usano noi ..certo la loro è una vittoria a metà e se si va a vedere a chi son stati affidati ...cmq almeno hanno evitato il peggio ...
Cmq si deve alzare il tiro..nn ci sn vie di mezzo ..ora nn più
saluti e un abbraccio
Andrea
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