
Diciamo tutto questo perché proprio un pediatra ha dichiarato che il Festival di Sanremo fa bene ai bambini (anche quelli nel pancione), i quali devono poterlo vedere, se vogliono, fino a tarda notte ('sempre che non cadano dal sonno'... Ma certo, altrimenti l'obiettivo fidelizzazione non avrebbe senso). Così, d'un sol colpo, svaniscono anni e anni di studi medici pediatrici e pedagogici, convinzioni già assodate. Niente da fare, i genitori vengono adesso invitati a seguire il consiglio di questo dottor Italo Farnetani. Le motivazioni addotte dal pediatra sono di una banalità disarmante, persino preoccupante.
Anche se non siamo pediatri, vorremmo ricordare a questo dottore che, se musica dev'essere, probabilmente al bambino farebbe ancora meglio ascoltare una ninna nanna cantata dalla propria mamma o lasciarsi sviluppare il cervello da una 'berceuse' di Brahms. Questo nostro consiglio, contrariamente a quanto possa fare la musica del Festival, aiuterà sicuramente il bambino ad acquisire una passione verso note musicali molto più autorevoli e colte (con tutto il rispetto per il nostro amico Cristicchi, ma è tutt'altro genere, che pure amiamo) e probabilmente questi futuri cittadini adulti non rimarranno imbambolati per una settimana davanti agli schermi, sognando di toccare il culo a Jennifer Lopez.
PS. Questo post non ha nessuna intenzione di screditare la cosiddetta 'musica leggera', ma vuole tenere una guardia alta contro chi utilizza le proprie competenze (in questo caso mediche) -o quelle altrui- per fidelizzare i bambini ai 'brand' di qualsiasi tipo.
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