Quella che vedete nell'immagine è la copertina del numero 48 del 'Bulletin des Jeunes Libertaires', edito a Parigi nell'aprile del 1964. La 'A cerchiata' impressa è la prima in assoluto nella storia dell'Anarchismo.
A concepire l'idea di un simbolo, data la necessità di avere una firma distintiva per l'enorme varietà di gruppi anarchici, fu Tomás Ibáñez, mentre a realizzare l'idea in forma grafica fu René Darras. Ma qual è la vera storia di questo logo?
Per raccontare questa storia, ricostruita grazie al Centro Studi Pinelli di Milano e certificata anche dal Centro internazionale di ricerca sull'anarchismo (Losanna), ci rifaremo anche alle parole del creatore stesso del logo, Tomás Ibáñez, che nel 1963 lasciava Marsiglia per andare a studiare alla Sorbona di Parigi e dove si inseriva nei gruppi variegati dell'attivismo anarchico di quella città. E proprio in considerazione del fatto che vi erano tantissimi gruppi, ognuno dei quali con proprie caratteristiche, Ibáñez cominciò a manifestare l'esigenza di un segno distintivo capace di identificare tutti i gruppi. Non solo, occorreva elaborare un simbolo da poter realizzare velocemente e che potesse essere stampato sui volantini, sugli striscioni e ovunque fosse necessario. L'idea fu proposta nel corso di una riunione dei JL (Jeunes Libertaires). Dice Ibáñez: 'l'idea fu ben accolta e, dopo lunghe ore di discussione nel piccolo appartamento di Clignancourt dove eravamo soliti riunirci, ci venne in mente una 'A' dentro un cerchio. René Darras, emerito grafico del gruppo, si incaricò del disegno, mentre io redassi una buona parte del testo dove spiegammo gli obiettivi della nostra proposta'. (Da qui il titolo del bollettino: 'Pourquoi?').
Ma questa prima 'A cerchiata', nonostante l'ufficialità del lancio sulla copertina del bollettino, non attecchì immediatamente e, per qualche anno, sparì. Questo perché nel corso di una presentazione del logo nei vari forum e soprattutto in quello del CLJA (Comitato Unione Giovani Anarchici), i gruppi convenuti non mostrarono grande entusiasmo, anche se l'idea pareva buona. Dice sempre Ibáñez: 'l'idea non fu respinta, ma non suscitò neppure un particolare entusiasmo, probabilmente perché l'idea venne da un gruppo ben distinto e non usciva da una decisione dell'assemblea del CLJA. Così il simbolo venne utilizzato solo dal piccolo gruppo JL e non ebbe grande visibilità'.
Toccò a un gruppo anarchico italiano riprenderlo nel 1966 e divulgarlo, attestandone così l'esistenza e l'efficacia. Per la precisione, ad adottare questo simbolo fu Amedeo Bertolo, un economo specializzato in agricoltura che militava nel gruppo milanese chiamato 'Gioventù Libertaria'. Questo gruppo teneva stretti contatti con le realtà anarchiche parigine e proprio nel 1966 stava partecipando al 'Primo Incontro Europeo dei Giovani Anarchici'. Il gruppo milanese cominciò così a utilizzare il simbolo in maniera sistematica, stampandolo ovunque. Da quel momento la 'A cerchiata' venne ripreso da tutti i gruppi e diventò il segno distintivo anarchico riconosciuto in tutto il mondo.
A concepire l'idea di un simbolo, data la necessità di avere una firma distintiva per l'enorme varietà di gruppi anarchici, fu Tomás Ibáñez, mentre a realizzare l'idea in forma grafica fu René Darras. Ma qual è la vera storia di questo logo?
Per raccontare questa storia, ricostruita grazie al Centro Studi Pinelli di Milano e certificata anche dal Centro internazionale di ricerca sull'anarchismo (Losanna), ci rifaremo anche alle parole del creatore stesso del logo, Tomás Ibáñez, che nel 1963 lasciava Marsiglia per andare a studiare alla Sorbona di Parigi e dove si inseriva nei gruppi variegati dell'attivismo anarchico di quella città. E proprio in considerazione del fatto che vi erano tantissimi gruppi, ognuno dei quali con proprie caratteristiche, Ibáñez cominciò a manifestare l'esigenza di un segno distintivo capace di identificare tutti i gruppi. Non solo, occorreva elaborare un simbolo da poter realizzare velocemente e che potesse essere stampato sui volantini, sugli striscioni e ovunque fosse necessario. L'idea fu proposta nel corso di una riunione dei JL (Jeunes Libertaires). Dice Ibáñez: 'l'idea fu ben accolta e, dopo lunghe ore di discussione nel piccolo appartamento di Clignancourt dove eravamo soliti riunirci, ci venne in mente una 'A' dentro un cerchio. René Darras, emerito grafico del gruppo, si incaricò del disegno, mentre io redassi una buona parte del testo dove spiegammo gli obiettivi della nostra proposta'. (Da qui il titolo del bollettino: 'Pourquoi?').
Ma questa prima 'A cerchiata', nonostante l'ufficialità del lancio sulla copertina del bollettino, non attecchì immediatamente e, per qualche anno, sparì. Questo perché nel corso di una presentazione del logo nei vari forum e soprattutto in quello del CLJA (Comitato Unione Giovani Anarchici), i gruppi convenuti non mostrarono grande entusiasmo, anche se l'idea pareva buona. Dice sempre Ibáñez: 'l'idea non fu respinta, ma non suscitò neppure un particolare entusiasmo, probabilmente perché l'idea venne da un gruppo ben distinto e non usciva da una decisione dell'assemblea del CLJA. Così il simbolo venne utilizzato solo dal piccolo gruppo JL e non ebbe grande visibilità'.
Toccò a un gruppo anarchico italiano riprenderlo nel 1966 e divulgarlo, attestandone così l'esistenza e l'efficacia. Per la precisione, ad adottare questo simbolo fu Amedeo Bertolo, un economo specializzato in agricoltura che militava nel gruppo milanese chiamato 'Gioventù Libertaria'. Questo gruppo teneva stretti contatti con le realtà anarchiche parigine e proprio nel 1966 stava partecipando al 'Primo Incontro Europeo dei Giovani Anarchici'. Il gruppo milanese cominciò così a utilizzare il simbolo in maniera sistematica, stampandolo ovunque. Da quel momento la 'A cerchiata' venne ripreso da tutti i gruppi e diventò il segno distintivo anarchico riconosciuto in tutto il mondo.
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