domenica 13 marzo 2011

Il processo evolutivo del fascismo, da Mussolini a Berlusconi

In Italia il fascismo non è mai morto. Nel 1946, quel manipolo di criminali che avevano aderito alla repubblica di Salò -o che da quella repubblica erano ispirati- riprese l'attività politica in 'virtù' di quegli articoli della nuova costituzione repubblicana che permettono di eleggere rappresentanti di qualsiasi idea politica, compresa la monarchia e la dittatura. Lo scoglio costituzionale relativo al divieto di 'ricostituzione del disciolto partito fascista' (XII disposizione transitoria e finale), non soltanto ha avuto sin da subito attacchi e accuse, ma si è rivelato un innocuo granello di sabbia, dal momento che nei progetti fascisti del post ventennio è stato sufficiente cambiare terminologia, evitando accuratamente la parola 'fascismo' con tutti i suoi derivati. Il Partito Nazionale Fascista divenne così Movimento Sociale Italiano già nel 1946, trasformatosi nel 1994 in Alleanza Nazionale, confluito infine nel Pdl, e siamo ai nostri giorni. Questo è quanto si coglie da una visione ampia e lineare della Storia, scremata dagli orpelli di natura speculativa che servono soltanto a ingarbugliare le vicende e a far distogliere lo sguardo dalla rotta. Intanto la nave va, una nave chiamata 'fascismo', ridipinta per nascondere le magagne, gli orrori, e per fare ingresso nel porto repubblicano sedicente 'democratico'. Un porto che ha riservato un posto davvero comodo e privilegiato al neofascismo.
Negli anni della cosiddetta 'guerra fredda', dove il blocco sovietico era avversato sia dagli USA, sia dai Paesi occidentali(zzati), sia anche dalla Chiesa, è proprio la Democrazia Cristiana che ha lavorato simbioticamente con il fascismo mafioso, al fine di impedire l'avanzata dell'ideologia comunista. L'appoggio fascista ai governi democristiani è stato tanto palese, quanto deleterio. Terribile l'esperienza del governo Tambroni. I servizi segreti, composti da militari fascisti e massoni al soldo della politica sedicente democratica, non ci misero un secondo a organizzarsi contro il pericolo comunista. Ma il pericolo comunista era solo un pretesto, un diktat dell'impero statunitense, il vero intento di casa nostra era quello di ri-formare il Paese in senso neofascista, sulla base di quel nuovo tessuto sociale consacrato al consumismo di marca USA. Insomma, il fascismo faceva comodo a tutti, alla mafia, al governo, al Vaticano, agli USA, allo Stato in quanto tale.
Nacque 'Gladio', nacque la Loggia P2, e nacquero anche quei progetti di rielaborazione politica autoritaria, mistificati e addolciti dalla parola 'democrazia' e in concordanza al fatto che non esiste uno 'Stato di diritto'. La propaganda populista e demagogica fece il resto, attribuendo alle azioni del 'governo democratico' un ruolo apparentemente di tutela del cittadino, in realtà nascondendo la sua natura (sempre autoritaria, qualunque sia il suo colore) fatta di altre nuove leggi che erano e rimangono ad esclusiva tutela dei grandi poteri politici, finanziari ed economici, contro cui i cittadini nulla possono. E mentre ai cittadini venivano inculcate idee false, secondo cui 'la legge è uguale per tutti', la costituzione è sacra, tutti vivono in democrazia, 'lo Stato siamo noi', eccetera, il fascismo continuava a tessere le sue venefiche trame nei sotterranei, nelle stesse fondamenta di uno Stato che per sua stessa natura è fascista, in nuce. Non è un caso che gli anarchici vogliano da sempre abbattere le fondamenta degli Stati.
Si parla spesso del crollo del muro di Berlino (1989) associandolo al fallimento del comunismo. Ma in che senso? E' davvero corretto parlare di fallimento di un'ideologia? Può mai fallire un'ideologia? O non è forse più giusto parlare di disfatta di un blocco politico antiamericano? Ed è proprio questa disfatta che libererà le forze imperialiste d'oltre oceano e le scaglierà con maggiore impeto nell'Europa orientale. I modelli consumistici sono già pronti e le vecchie repubbliche socialiste sovietiche vengono accompagnate nel loro processo di indipendenza, quindi nella loro disgregazione, riducendo l'Est Europa in un cumulo di nuove nazioni pronte ad accogliere più facilmente il verbo yankee. Va da sé che il controllo della 'più grande democrazia del mondo' sui Paesi del pianeta ha favorito la nascita di governi ad essa subalterni, talvolta palesemente fascisti (dittature), altre volte sedicenti democratici come l'Italia. Nel processo post bellico di fascistizzazione dell'Italia, gli USA non sono mai stati soltanto osservatori, se non altro, anche per via del debito maturato col Piano Marshall.
Si giunge alle bombe degli anni '90. E' il momento di far uscire la bestia dai sotterranei e di piazzarla a Palazzo Chigi con una faccia di plastica, molte tv e menzogne, ma senza mai rinunciare alla parola democrazia (come menzogna ha sempre funzionato). Ma la bestia nera e rognosa non può emergere senza un eclat, senza colpo ferire, anche se una strada indolore era stata tentata con parziale successo. 'Mani Pulite', infatti, aveva contribuito a spianare la strada alla nuova dittatura. Inconsapevolmente? La famosa inchiesta era maneggiata dal terzo potere dello Stato, quello giudiziario, di cui uno dei suoi condottieri (Antonio Di Pietro, detto Tonino, ex poliziotto) è oggi seduto in Parlamento. Ma quell'inchiesta costituì la fase più soft della trasformazione. La fase più dura non tardò. Gli attentati di natura politica hanno portato uno sconquasso nella fisiologia del governo, ma non dello Stato, più integro che mai. Vicende storiche, forse solo apparentemente contraddittorie tra loro (ma molto losche), hanno agevolato l'ingresso in scena di Berlusconi, quando il 'perdente posto' Bettino Craxi è stato mandato in esilio di lusso ad Hammamet. La vecchia compagine parlamentare dovette ri-travestirsi e gli attentati del '92-'93-'94 che precedettero le elezioni politiche consegnarono ufficialmente il Paese nelle mani della mafia e di quel fascismo che oggi siede prepotente al governo.
Ancora oggi risuonano LE PAROLE PROFETICHE del padre dell'anarchismo italiano, Errico Malatesta. E ancora (stolti) gli italiani non le ascoltano, perché se tutto questo è potuto succedere e sta succedendo, è solo per colpa di una coscienza collettiva distorta, incline al fascismo, alla servile sottomissione e alla delega, come se esistesse un codice ereditario difettoso incollato al loro dna.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

articolo molto ben fatto e di cui condivido ogni parola ... aspetto il prossimo sui regimi comunisti (l'altra faccia della stessa medaglia) i quali, anche loro, sono all'aopposto dell'anarchia.
Buon lavoro e grazie per le informazioni che dai.
Cristiano

coscienza critica ha detto...

Grazie a te Cristiano. Cercheremo di scrivere anche sulla dittatura comunista. Il problema è che in Italia non c'è mai stata una dittatura comunista, te ne sei accorto?
Ciao

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