Se gli intellettuali di tutto il mondo, tra Ottocento e Novecento, hanno cominciato ad aderire all'anarchia, il motivo è da ricercare non soltanto nella convinzione, ma nell'effettiva constatazione che un altro metodo di organizzazione sociale è possibile, auspicabile, urgente. La corrente filosofica artistica e letteraria del Primitivismo, ad esempio, ha avuto una grande influenza nella cultura mondiale, proprio sul finire dell'Ottocento, là dove l'anarchia era diventata il motore propulsivo delle produzioni letterarie, poetiche, artistiche. Paul Gauguin non raggiunse Tahiti per mero divertimento e gli altri artisti non ignorarono certo quell'impulso che diceva 'tornare alla Natura', Pablo Picasso e gli altri guardarono all'Africa quale modello di vero progresso, quello umano. Era apparso evidente già allora che le sovrastrutture imposte dalla borghesia (sistema statale e positivismo compresi) avevano già distrutto l'essere umano. Lo Stato e le leggi, così come la chiesa e i comandamenti, avevano ridotto l'Uomo a una sorta di automa, incapace di autostima, destinato alla sottomissione (più o meno consapevole) e allo sfruttamento da parte del sistema gerarchico-militare degli Stati.
Se l'essere umano appartiene all'armonia della Natura, quest'ultima è la sola che possa dettare legge ad ogni essere vivente, ed è la sola autorità che l'anarchia riconosce come tale. Sulle leggi naturali si regola la morale della convivenza e della pacifica cooperazione sociale. Promuovere il vero progresso, quello umano e naturale, è quindi garanzia anarchica di uguaglianza e di benessere sociale. I piani gerarchici imposti dal sistema-Stato, che sono causa di sperequazioni e crimini, non hanno alcun motivo di esistere, non devono più esistere. L'organizzazione sociale basata sull'anarchia è stata, ed è, oggetto di notevoli attenzioni da parte di studiosi, filosofi, sociologi... ma non è solo teoria, e non è neppure utopia. E' semplicemente e meravigliosamente un altro modo, un'altra opzione di organizzazione sociale, peraltro già attuata.
Se lo Stato detiene il controllo delle informazioni, è inutile cercare notizie obiettive nei media tradizionali o nei libri scolastici circa gli anarchici e l'anarchia e su come questa funzioni. Nessuna tv, ad esempio, nominerà Colin Ward e i suoi studi sull'applicazione dell'anarchia nella società odierna. La censura statale è continua e quel che circola sull'anarchia è ormai una ridicola sequela di pregiudizi atti a denigrare un modo di vita che ci renderebbe alfine tutti liberi e prosperi, lungi dalle mafie, dalle cricche, dai despoti, dalle guerre, dai razzismi e dai crimini che derivano dalle disuguaglianze volute dagli Stati.
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