Nel post di ieri esortavamo gli insegnanti a mandarci le loro lamentele in merito al clamoroso errore dell'Invalsi. Quella che segue è la lettera dei docenti di un Istituto Comprensivo che noi pubblichiamo ben volentieri.
I docenti della Commissione per gli Esami di Stato dell'Istituto Comprensivo di Riva Ligure e San Lorenzo al mare esprimono la loro indignazione per come si sono svolte le valutazioni delle prove INVALSI a causa , prima di segnalazioni di errori nelle risposte fornite da parte del Ministero durante la correzione delle prove stesse e, nel finale, ad operazioni concluse, con la richiesta di inserire in nuove griglie i risultati ottenuti.
Fanno presente che:
- Chi si dedica esclusivamente a queste attività, cioè gli esperti INVALSI, prima di inoltrare griglie di correzione e maschere per la valutazione , avrebbe dovuto testarle e ritestarle su vari campioni rappresentativi per rilevarne le eventuali incongruenze.
- Dal confronto delle valutazioni emerse con l'inserimento dei dati risultati dalla correzione degli elaborati nella prima maschera fornita e poi con l'inserimento degli stessi dati nella seconda maschera fornita il giorno dopo, è risultato che alcuni 10 siano diventati 9 !!! e che alcuni punteggi abbiano subito modifiche incomprensibili ( ricordiamoci che i dati inseriti erano sempre gli stessi!), passando ad esempio da 2 a 22 e , viceversa, da 50 a 45 nella prova di Italiano!
Cos'è successo? E' stato evidentemente modificato il criterio di valutazione , ma perchè?
Non ci pare un fulgido esempio di professionalità da parte di chi si erge a giudice “docimologicamente” ineccepibile della preparazione degli alunni italiani.
- I docenti sono stati sottoposti a turni massacranti di correzione al computer ( provare per credere signori ispettori ed esperti!) e l'indomani, senza nessun rispetto per la loro professionalità sono stati obbligati a ripetere le operazioni.
Ma in casi di questo genere, ricorrendo a un po' di umiltà dopo aver fatto la frittata, non sarebbe stato più opportuno affidare alle Commissioni e ai loro Presidenti, il compito di trovare una soluzione atta a contenere, limitare eventuali errori nell'attribuzione dei voti che potessero penalizzare i candidati?
I docenti si sono sentiti trattati come “decerebrati operatori” e non come “ professionisti” che conoscono la valutazione per averla praticata, al meglio della loro preparazione, per anni.
In conclusione, vale la pena di spendere tanti soldi e tante energie per ottenere questi risultati? Tutto questo non è svilente per una Scuola dell'Obbligo alla quale , quotidianamente, vengono attribuiti un sacco di nuovi compiti con relative responsabilità e sempre meno risorse?
La responsabilità di questa clamorosa “debacle”, infine, chi se la assume e con quali riflessioni e conseguenze?
Francesca Fossati
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