domenica 25 settembre 2011

Marcegaglia e il canovaccio di Stato

Ci vuol tanto a capire che un esponente di Confindustria non potrà mai stare dalla parte del popolo?
Una delle funzioni principali della politica di Stato è quella di ingannare il popolo, facendogli credere che all'interno delle istituzioni e delle ufficialità vi siano voci discordanti, opposizioni, dissidenze. In realtà non esiste nessuna voce discordante, nessuna opposizione, nessuna dissidenza. E' evidente che un sistema il cui scopo è quello di perpetuarsi, non può ammettere all'interno dei suoi stessi apparati di comando elementi di contrasto. Lo Stato è una macchina che va sempre oliata per permetterne l'atroce funzionamento. E l'olio più adatto è la menzogna.
Ciò che il sistema produce in termini di propaganda destinata al popolo è una ininterrotta sequenza di escamotages teatrali. Per conseguenza, quando i tempi teatrali e le contingenze lo richiedono, l'intera compagnia stabile pone in atto quella che si può ben definire la strategia dell'illusione scenica. Come funziona?
Posto che il popolo votante deve essere guidato in una sola direzione e che questa unica direzione (lo Stato) non è per nulla agevole, esso necessita spesso di figure istituzionali alle quali delegare anche la propria rabbia. Occorrono maschere in scena capaci di farsi carico delle istanze del popolo, delle loro rabbie, delle loro speranze. Purtroppo per il popolo, queste maschere fanno sempre parte della compagnia stabile, per cui è davvero un'illusione porre fiducia nelle loro battute e nelle loro soluzioni proposte.
Il caso più recente è quello della Marcegaglia, presidente di Confindustria, che attraverso delle sortite solo apparentemente in contrasto con il governo, si è fatta carico delle lamentazioni popolari in merito alla crisi economica e alla manovra finanziaria. La finta opposizione della Marcegaglia fa però parte dello stesso copione, ma non tutti se ne rendono conto. Criticare il governo da parte di queste figure che hanno il favore dei media, dare al governo persino un ultimatum, intimarlo, attaccarlo, è un'attività prevista dalla strategia di Stato ed è linfa vitale per il sistema. Il popolo crede davvero che finalmente qualcuno contrasti l'azione del governo di turno, e ripone tutte le speranze in quella voce illusoriamente dissidente.
Ma l'illusione dura poco. Anche in questo caso l'attrice antagonista del governo non fa altro che appoggiare il governo stesso, il sistema-Stato, la menzogna permanente. L'attrice segue a menadito il canovaccio. Tutto come previsto. I cinque punti proposti dalla Marcegaglia sono infatti un vero abominio per il popolo. Quindi si capisce il motivo per cui sia stata lei ad andare in scena e non direttamente il governo. Se infatti fosse stato il governo a presentare gli stessi cinque punti della Marcegaglia, sarebbe stato un rischio troppo grosso. I punti programmatici dei governi vanno sempre ben ripartiti tra gli attori e le comparse, tra le maschere che recitano il pro e quelle che recitano la parte del contro. Così il canovaccio di Stato ha da sempre la seguente struttura:
1) presentare al pubblico una maschera ritenuta autorevole che si lamenta del governo.
2) attendere che il pubblico si immedesimi in questa maschera.
3) fare in modo che il pubblico riponga speranze in questa maschera, utilizzando demagogia e populismo.
4) la maschera propone la sua soluzione al problema, ma usando lo stesso bastone del governo.

E il sistema-Stato si perpetua.
Buon pro' vi faccia.

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2 commenti:

Zret ha detto...

Analisi che condivido. La Marcegaglia è l'avanguardia della distruzione, di una crisi economica eterodiretta come quella del '29. Se il crollo delle borse e degli istituti di credito è pilotato, quindi fittizio, poiché le banche simulano il fallimento per sottrarre liquidità ai cittadini, la crisi alimentare sarà tragicamente reale: essa precipiterà nella miseria e nell'inedia milioni di persone. Temo.

Ciao

coscienza critica ha detto...

Temo anche io, Zret. Ciao.

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