C'è qualcosa che accomuna il popolo greco e quello italiano? Solo il duro destino. In fatto di reazioni contro i soprusi del potere statale, avremmo molto da imparare dal popolo greco. La tenaglia della 'crisi' sembra non scalfire gli animi quieti degli italiani. Eppure la rabbia c'è, ma forse più che rabbia dovremmo dire disperazione e rassegnazione. I suicidi di Stato sono ormai all'ordine del giorno. In Grecia pure. Ma differentemente dal popolo greco, qui non si assiste a un corporativismo popolare capace di solidalizzare con la povertà altrui. Senonché, invece, in Grecia il popolo è sceso in piazza e si è scontrato con la polizia allorché un disperato, strozzato dallo Stato, si è ammazzato di fronte al parlamento. Legnate con gli sbirri, non c'è rassegnazione, ma spirito collaborativo e solidarietà concreta che si fa rabbia manifesta. Gli italiani questo senso di unità nella lotta e nella disperazione lo hanno ormai perduto. E sarà proprio questo isolamento, questa atomizzazione degli animi e delle passioni, a condurci più supinamente ad accettare qualsiasi decisione governativa.
L'albero sotto il quale l'uomo ha premuto il grilletto
'Il governo Tsolakoglou non mi lascia scelta. Metto fine in modo dignitoso alla mia vita prima di andare a cercare il cibo nei cassonetti e diventare un peso per i miei figli. Un giorno i giovani senza futuro prenderanno le armi, e impiccheranno i traditori a testa in giù a piazza Syntagma, come hanno fatto gli italiani con Mussolini nel '45'
1 commento:
Che il tuo sacrificio sia il primo attimo di una nuova Storia. Che Tu sia di esempio ai miei figli.
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