martedì 12 giugno 2012

Autostima e autogestione al tempo del terremoto

L'autostima di una persona passa attraverso la sua libertà di agire senza coercizioni o autorità di sorta, per il bene proprio e di quello della collettività. Fare e pensare in autonomia rende liberi e fieri di sé. Perciò l'autogestione è una pratica che ci viene negata dallo Stato, il quale ci fa credere che debba essere lui (e lui solo) a pensare per noi, ad 'accudirci' come fossimo un branco di idioti, salvo poi renderci tutti conto che la sua 'tutela' altro non è che un'orrenda scusa per opprimerci, valutarci, controllarci, punirci, sfruttarci, impoverirci.
Ma l'autogestione si realizza più spesso di quanto si possa credere, soprattutto in tempo di emergenze, quando le persone si aiutano tra loro, si organizzano, si associano liberamente. Ad oggi sono 10 i campi autogestiti dai terremotati emiliani. Essi conoscono il loro territorio e le loro necessità (chi meglio di loro?), sanno decidere cosa fare e come fare in quella situazione molto meglio di qualsiasi autorità, discutono insieme, si passano idee e informazioni, si tratta di una mirabile rete di relazioni che non può far altro che generare buone soluzioni e, non sottovalutiamolo, grande autostima. Nel popolo ci sono tutte le competenze possibili, sarebbe inutile e dannoso stare inerti ad aspettare le decisioni delle autorità. Un popolo che decide per sé, direttamente e senza timore del giudizio e della punizione di qualche autorità, è un popolo eminentemente e fieramente anarchico. Noi, umanamente, abbiamo bisogno di sentirci autonomi, la nostra natura lo richiede, è come un richiamo atavico che trabocca, che ha necessità di respirare, perché è stato soffocato dal sistema trimillenario.
E tu le puoi vedere quelle persone sfollate riunirsi, prima spontaneamente e poi in modo organizzato, per collaborare, per aiutare, per soccorrere, per vivere.
C'è bisogno di un letto per il bambino, io ho un materasso, io invece posso darti la branda, va bene, la coperta te la dò io. C'è bisogno di acqua, organizziamo una squadra, chi vuole andare a riempire le taniche? Io ho recuperato una bombola di gas, serve però una cucina, laggiù ne ho vista una, prendiamola. Metto a disposizione la bici per chi volesse andare alla farmacia più vicina... no guarda, forse è meglio prendere la mia macchina finché ho benzina. Ok, se tu metti la macchina noi mettiamo la benzina anche per i giorni a venire. Ragazzi, che ne dite di costruire un piccolo parco giochi per i più piccoli? Sono ingegnere, se ci sono dei muratori possiamo vedere se quella casa può essere messa a posto, mi pare che sia solo il cornicione pericolante e voglio verificare, in tal caso possiamo fare una colletta per il materiale e utilizzare la casa almeno per andare in bagno. Arrivo dall'altro campo, mi hanno chiesto di organizzare un'assemblea comune per vedere di ottimizzare e condividere le risorse e le forze.
Tutto si svolge nel rispetto delle esigenze di ogni singolo, per il bene della comunità. Ogni individuo capisce da solo che, in questo sistema solidale, orizzontale e reticolare, una sua eventuale azione malvagia può arrecare danno all'intera comunità, quindi anche a se stesso. Comprendere e fare tutto questo vuol dire comprendere e fare l'anarchia.

I campi autogestiti sono attualmente:
  1. Campo Mercadello
  2. Campo Angles
  3. Campo Aurelio
  4. Campo Levata
  5. Campo Mazza
  6. Campo Matteotti
  7. Campo Gozzi
  8. Campo Dino & Niki
  9. Campo del Sorriso
  10. Campo Primavera


Aiuti autogestiti. Dalla Libera Officina a San Giovanni di Concordia. from Black_Cat on Vimeo.



target="_blank"
target="_blank"
target="_blank"

Nessun commento:

.

Post in evidenza

Società gilaniche: le floride comunità senza Stato. L'anarchia durata migliaia di anni

Attenzione! Questo post, da diversi anni, viene distorto nel suo vero senso, strumentalizzato e interpretato in modo opportunista da parte ...

I nostri 10 articoli più letti