venerdì 18 gennaio 2013

L'uomo è cattivo di natura? No!

C'è ancora gente che non crede all'anarchia come gestione della società. Ma non credere a un pensiero di vera libertà è come non credere a se stessi in quanto persone. C'è ancora gente che non crede, ma non perché abbia argomenti validi per non credere (qualora ce ne fossero), quanto piuttosto perché non è intenzionata a mollare le catene a cui è troppo affezionata, talmente affezionata che le difende a spada tratta, difende il sistema che la strangola (e si lamenta sempre), e non solo, questa gente attacca pure chi desidera la sua emancipazione e liberazione.
La nostra esperienza ha raccolto un'infinità di pseudo-argomenti che i sostenitori del sistema sciorinano per legittimarne l'azione nefasta, i continui soprusi. Si tratta di una valanga di pregiudizi e di stereotipi che però poggiano sul nulla più totale, sulla retorica vuota, magari nazionalista e militarista, sul sentito dire, sull'ipotesi non documentata. Sono sempre convinzioni dettate dalla non conoscenza, ma che servono tutte (veramente tutte) a giustificare il male del sistema, a non volerne vedere gli abominii continui. D'altra parte, ammettere l'esistenza di un sistema più giusto e umano equivale ad ammettere la propria sconfitta morale, equivale a guardarsi nello specchio e a scoprire anzitutto che esiste una coscienza dentro di noi, e che questa coscienza è alquanto sporca. E allora è meglio non guardare e difendere l'indifendibile di cui ci si lamenta sempre.
Una di queste false convinzioni che servono a difendere lo Stato è quella secondo cui l'essere umano sia aggressivo per natura, e perciò una società anarchica fondata sulla solidarietà non potrebbe mai esistere. Ciò è falso, e poi dipende da quale tipo di aggressività parliamo, perché quella di cui soffre l'essere umano statalizzato è un'aggressività indotta e distruttiva. A parte il fatto che le società anarchiche esistono in tutto il mondo, sono concrete (e non parliamo solo di comunità a carattere coloniale o di villaggi come Urupia, o di città come Christiania, ma veri e propri popoli in autogestione da sempre), e a parte anche che l'essere umano ha vissuto in anarchia per migliaia di anni prima che lo Stato si installasse con la forza e con l'inganno in Europa, dobbiamo rilevare che esiste una ignoranza diffusissima del fatto che un certo Erich Fromm (dopo Rousseau, Kropotkin e altri studiosi) abbia studiato il fenomeno dell'aggressività umana e ne abbia dato una spiegazione -logica, dice lui- che va in direzione della tesi anarchica (tesi, e non ipo-tesi), e che quindi l'essere umano non è malvagio per sua natura, ma lo è diventato in maniera anche peggiore degli animali per colpa del contesto culturale che gli è stato costruito intorno da un qualcuno che, da 3000 anni in qua (lo Stato), tende ad alimentare, senza aver il minimo interesse a modificarlo. E' ovvio, come farebbe lo Stato a sopravvivere senza produrre guerre, violenza, competizione, odio, crimini, fascismi? A chi dovrebbe affidarsi ingenuamente la gente per eliminare i crimini e la violenza, se non a quel sistema che, però, genera espressamente quei crimini e quella violenza? E' un cane che si morde la coda, storia insegna.
Non basterebbe questo spazio per scrivere tutti gli argomenti che dimostrano (logicamente e scientificamente) la natura pacifica e solidale degli esseri umani, perciò ci limitiamo a quello che scrive Erich Fromm nel suo libro 'L'amore per la vita', già citato in questo blog. Buon pro' vi faccia, anche se sappiamo che i veri servi del sistema volteranno le spalle anche a queste parole, talmente sono essi devoti del bastone padronale. Ma noi ci rivolgiamo alle persone intelligenti e vogliose di aprirsi alla conoscenza e alla libertà, al di là degli stupidi pregiudizi diffusi dal sistema.

'... (il punto di vista) secondo cui l'aggressività (umana) sarebbe naturale e innata tende a trascurare il fatto che ci sono state e ci sono epoche storiche*, culture e individui, in cui l'aggressività è stata assai ridotta. Se essa fosse innata, ciò non potrebbe verificarsi. Ritengo che le radici dell'aggressività non vadano ricercate nella bestialità, negli istinti, nel nostro passato, ma che l'aggressività umana ... abbia il proprio fondamento nelle specifiche condizioni della nostra esistenza. L'aggressività umana si manifesta allorché lo sviluppo dell'uomo non avvenga nel senso di un miglioramento, di una maturazione. L'iperaggressività, vale a dire quell'aggressività che è maggiore nell'uomo rispetto agli animali, è dunque insita nel nostro carattere. E parlo di carattere, non già in senso giuridico, bensì nell'accezione psicolanalitica, intendendolo quale un sistema di rapporti dell'uomo con il mondo. Carattere è dunque, in questo senso, qualcosa che l'uomo si è creato come sostituto degli istinti animali che in lui sono assai poco sviluppati.. Logica vuole che ciò che differenzia il comportamento umano da quello dell'animale, vale a dire la maggiore crudeltà, è qualcosa che non gli deriva dall'animale stesso, ma ha radici nelle condizioni della esistenza umana'.

Le condizioni di cui parla Fromm sono quelle dettate dal sistema, cioè da un gruppo di privilegiati al potere (sia esso monarchia, oligarchia, plutocrazia, 'democrazia') che si scabiano lo scettro da 120 generazioni, che non hanno alcun interesse a mollarlo, e che ci modificano l'esistenza, legge dopo legge, governo dopo governo..

Nota Bene.
Poiché -grazie a internet- la verità sulle società gilaniche sta emergendo prepotentemente, e poiché il collegamento ad esse si fa sempre più ovvio quando si fa riferimento alla natura solidale degli uomini (e viceversa), registriamo da parte dei media di regime un contrattacco che tende a far credere alla massa la solita storia, manipolata, e cioè che l'essere umano sia aggressivo per natura, in modo che questa massa continui a pensare che una società libera e giusta non possa mai verificarsi, e che perciò non vi sia altra alternativa allo Stato. Attenzione, perché il regime ha tutti i mezzi per far credere ciò che non è; e se il regime è resistito fino ad oggi con le sue menzogne, dopo 3000 anni, vuol dire che -da una parte- i suoi mezzi di imbonimento sono davvero potenti (ad esempio la tv, o qualche rivista scientifica, ma basta anche la parola di un pennivendolo dal nome famoso), e dall'altra sa di avere ormai in pugno molti anestetizzati (resi tali) che abboccano come 'triglie nel mar'.

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