
No, non è con questa politica che si risolleverà il Sud. I piani per la Sicilia di cui Berlusconi va cianciando sono solo parole al vento e, semmai, l'unico obiettivo rimane il ponte sullo Stretto che serve soltanto a soddisfare la mania di grandezza di Berlusconi (credendosi un imperatore romano), serve all'autocelebrazione del cavaliere e alle sue aziende edili colluse con la mafia. La Sicilia ha bisogno di tutto, meno che di questo tipo di 'politica'.
Se davvero vogliamo vedere risorgere il Sud, dobbiamo rivolgere la nostra attenzione ai grandi uomini del Sud, agli intellettuali, ai pensatori, agli artisti. Questi hanno fatto grande la Sicilia nei secoli passati e non ci riferiamo soltanto alla mente illuminata di Federico II di Svevia.
Dove sono adesso gli intellettuali? Dove sono i Vittorini, i Pirandello, gli Sciascia, i Guttuso, i Verga, i Quasimodo, i Rosso di San Secondo, i Tomasi di Lampedusa, i Guido delle Colonne, ecc.?
Tutta l'Italia (e non solo il Sud) soffre oggi di questa grave assenza. Soltanto il ritorno al pensiero potrà salvare il Sud, poiché il Sud è nato dal pensiero, dal logos, dalla filosofia, dalla convivenza civile. Troppe politiche dissennate, poi, lo hanno travolto e condotto nel baratro: politiche mafiose.
Allora questo post vuole anche lanciare un appello a quanti possano, con la loro onestà e forza intellettuale, far risollevare davvero le sorti non solo della Sicilia, ma di tutta l'Italia. Si radunino nei salotti e nei caffè, nelle piazze e nei teatri, coloro che conoscono l'anima profonda e martoriata della Sicilia, coloro che sanno esprimerla nell'arte. Si alzi la loro voce, sottoscrivino un manifesto, propongano un pensiero, quel pensiero che è del popolo e che lo riassume. Si apra, col vostro aiuto, una nuova stagione di Rinascimento. Per il bene di tutti.

2 commenti:
Sono d'accordo. Che si apra un nuovo Rinascimento, ma del quale ci sia un coinvolgimento popolare. Perchè si rimanesse d'élite, sarebbe fine a se stesso.
ben detto buttiamo la tv nella spazzatura e ritroviamoci a leggere poesie nelle piazze, a far teatro o semplicemente a parlare, a parlare con la gente, c'è bisogno di contatti e di scambi di opinioni, non diventiamo degli zombie.
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