Da quando Pietro Di Grusa è stato ricoverato in seguito a un malore, dopo vari giorni di sciopero della fame, qualche TG si è accorto che questa poteva essere una buona notizia da dare. Pietro Di Grusa lavorava nella scuola pubblica, licenziato ingiustamente dalla 'riforma' Gelmini, ma per i TG e per i giornali avrebbe potuto svolgere qualsiasi altro lavoro, perché il cuore della notizia è il ricovero, cioè gli effetti della protesta, non certo le cause della medesima che, diciamolo, sono state trattate come un una nota a margine. Certo, il corollario della notizia del ricovero ha fatto riferimento ai tagli nella scuola in Sicilia, ma dove sono finiti i tagli in tutte le altre regioni d'Italia? I TG non ne parlano. E adesso che Pietro è ritornato caparbiamente a scioperare, nonostante il malore e i divieti dei medici, siamo certi che non si parlerà più neanche di lui e della protesta condotta dai suoi colleghi palermitani, finché non ci sarà un altro ricovero (speriamo di no).
Sulla gravissima questione dei tagli nella scuola pubblica non si è mai fatta un'informazione corretta ed esaustiva, le notizie date dai media nazionali sono servite a mettere a fuoco soltanto piccoli lembi del problema. La notizia in questione ha circoscritto il territorio siciliano, ha messo in luce la punta dell'iceberg, ma ha ignorato completamente il resto d'Italia, come sempre. Ci vorrebbe un Pietro Di Grusa per ogni regione: chi è disposto a sacrificarsi per ottenere un'informazione corretta e completa dalla TV?
I media di regime non hanno mai parlato dei circa 150 mila lavoratori della scuola licenziati dalla Gelmini, se si esclude un'inchiesta di Iacona. In Italia, oggi, ci sono 150 mila Pietro Di Grusa! Ma finché non ci scappa la notizia sensazionale, tutto tace, come se il più grande licenziamento di massa italiano non fosse una notizia sensazionale, come se la disperazione delle famiglie coinvolte non fosse meritevole di attenzione.
Allora forse è il caso di agire secondo il sensazionalismo concepito dalle redazioni e cercare di convincere almeno un precario per regione a emulare Pietro Di Grusa (che, tra l'altro, dice di voler scioperare per tutta l'Italia, ma evidentemente non basta). Si portino gazebo in piazza, in ogni regione, e si trovino 20 precari della scuola disposti a sacrificarsi. Ma nessuno osi ancora sperare nella compassione della Gelmini, non si è mai vista 'persona' più sadica e cinica di lei, sarebbe come cercare comprensione nella morte.
AGGIORNAMENTO: Maria Carmela Salvo, insegnante della scuola primaria, si offre per uno sciopero della fame in provincia di Pordenone. Comincerà il primo di settembre. Si è aperta la campagna '20 a digiuno contro i tagli'. CLICCA QUI
PS. Il nostro appello contenuto nel gruppo su facebook è stato ripreso da Virgilio notizie
Sulla gravissima questione dei tagli nella scuola pubblica non si è mai fatta un'informazione corretta ed esaustiva, le notizie date dai media nazionali sono servite a mettere a fuoco soltanto piccoli lembi del problema. La notizia in questione ha circoscritto il territorio siciliano, ha messo in luce la punta dell'iceberg, ma ha ignorato completamente il resto d'Italia, come sempre. Ci vorrebbe un Pietro Di Grusa per ogni regione: chi è disposto a sacrificarsi per ottenere un'informazione corretta e completa dalla TV?
I media di regime non hanno mai parlato dei circa 150 mila lavoratori della scuola licenziati dalla Gelmini, se si esclude un'inchiesta di Iacona. In Italia, oggi, ci sono 150 mila Pietro Di Grusa! Ma finché non ci scappa la notizia sensazionale, tutto tace, come se il più grande licenziamento di massa italiano non fosse una notizia sensazionale, come se la disperazione delle famiglie coinvolte non fosse meritevole di attenzione.
Allora forse è il caso di agire secondo il sensazionalismo concepito dalle redazioni e cercare di convincere almeno un precario per regione a emulare Pietro Di Grusa (che, tra l'altro, dice di voler scioperare per tutta l'Italia, ma evidentemente non basta). Si portino gazebo in piazza, in ogni regione, e si trovino 20 precari della scuola disposti a sacrificarsi. Ma nessuno osi ancora sperare nella compassione della Gelmini, non si è mai vista 'persona' più sadica e cinica di lei, sarebbe come cercare comprensione nella morte.
AGGIORNAMENTO: Maria Carmela Salvo, insegnante della scuola primaria, si offre per uno sciopero della fame in provincia di Pordenone. Comincerà il primo di settembre. Si è aperta la campagna '20 a digiuno contro i tagli'. CLICCA QUI
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2 commenti:
io vivo in prov di Pordenone,sono palermitana e mi son trasferita qui x insegnare nella scuola primaria e giorno 1 settembre inizierò anche io uno sciopero della fame in segno di protesta...quindi tutta la mia solidarietà ai colleghi di palermo...mi trovate su Fb...come Karmen Salvo
Lo sciopero della fame è applicabile solo su microscopica scala, e una volta compreso il giochetto smetterebbero di darne notizia.
Se invece lanciassimo 'vegetariani per la scuola?'.
E' un progetto utile oltre che per la scuola, di per sé stesso, è applicabile su vastissima scala, e, cosa più importante, ha un impatto economico, l'unica lingua che parla quella gente.
Pensate se tutti e 150.000 licenziati si professassero a tempo indefinito vegetariani, e appresso tanti altri colleghi e studenti fino ad arrivare a cifre a 6 zeri: sarebbe un operazione sostenibile, su larga scala, innovativa ed inaspettata, e metterebbe in ginocchio un settore produttivo criminale e guerrafondaio, ma soprattutto metterebbe sotto scacco il governo, che si ritroverebbe infuriati, alle spalle, gli allevatori, importanti sostenitori della componente leghista (la parte più vivace del governo).
E potremmo iniziare tutti. da ora.
E quando avremo vinto, avremo vinto 2 volte. E se perderemo, perderemo metà.
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