martedì 17 agosto 2010

Cossiga e il realismo della rete

Quando Courbet dipinse il 'Funerale a Ornans' (nella foto), ci mise dentro tutta la realtà, perché Courbet era un realista. E la realtà non è nè bella, nè brutta. La realtà è.
In quell'opera, il Maestro francese ha dipinto con estrema lucidità la scena di un funerale con tutti i suoi protagonisti, anche quelli ai quali del defunto non importava niente e sono lì per dovere d'etichetta borghese, anche quelli che se la chiacchierano serenamente, anche un cane. L'opera sarebbe stata uno scandalo in età romantica, e lo fu, giacché Courbet stesso dichiarò che questo dipinto avrebbe segnato la fine del Romanticismo. Nessun filtro romantico, dunque, nessuna sovrastruttura perbenista. Solo realtà.
Anche internet vive di una propria dimensione realista. La chiamano 'realtà virtuale', ma i sentimenti sono più reali di quelli che ci vengono propinati dai media ufficiali, menzogneri, filtrati. Così, in merito alla scomparsa di Cossiga, l'Italia si vede divisa tra perbenisti e realisti, tra coloro che oggi lodano l'ex presidente e quelli che lo ricordano attraverso le sue parole, anche quelle più agghiaccianti e velenose. I media tratteggiano il profilo di Cossiga omettendo parti essenziali del suo modus operandi e della sua indole, facendo emergere un quadro certamente non reale dell'uomo politico, semmai parziale e, come ormai sappiamo, quando in tv non si dà una notizia, quest'ultima non esiste. Invece le notizie ci sono ed è proprio il realismo della rete a far emergere il 'rispettosamente sottaciuto'.
Non bisogna considerare l'azione degli internauti come mera cattiveria che emerge incondizionatamente, gratuitamente. No, è la realtà che impone di non nascondere nulla. Questa è libertà. Alcuni ne hanno paura, perciò vogliono imbavagliare la rete. Non è internet che giudica, semmai sono i fatti che impongono un giudizio a posteriori, non tanto nostro, quanto della Storia. E questi fatti, riportati alla luce, la rete non li ignora. Ogni individuo, in quanto tale, è il risultato dei propri atti e dei propri pensieri, nel bene e nel male. Ogni individuo è l'espressione della propria storia. La rete non può mutilare parti essenziali di quella storia, per quello c'è già la tv e tutt'un conformismo duro a morire, figlio di una mentalità borghese, cattolica e populista.
La dimensione realista di internet è la sola che può garantire, oggi, un'informazione completa, guai se non ci fosse. Coloro che vogliono imbavagliare la rete aspirano alla cassazione della realtà, all'oblìo. Gli internauti sono tanti piccoli Courbet che tracciano segni connotativi, precisi, minuziosi, nè belli e nè brutti. E lo fanno, ognuno con la propria personalità. Ma non è la personalità degli internauti che dev'essere osservata, bensì la loro opera, nella sua totalità. E' questo senso del loro 'lavoro' che bisogna saper leggere, al di là dei perbenismi, dei conformismi, dei bon tons di facciata che si pongono a filtro della realtà.
Di fronte al dato reale è persino inutile esprimere giudizi, in qualsiasi senso. La realtà è, e noi ci siamo dentro.


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Ricordando Giorgiana Masi


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1 commento:

yellow ha detto...

kossiga lo scrivevano con la kappa se non sbaglio...lo stato uccide da sempre , desolante realtà.

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