sabato 10 dicembre 2011

Dallo Stato al ritorno dell'Anarchia

Se si osserva senza alcuna censura o deformazione la linea temporale del percorso umano, possiamo notare alcuni punti fermi su cui val la pena soffermarci per capire il come siamo e il come si potrebbe o dovrebbe essere.
La linea temporale, osservata da una prospettiva alta e lunga, e suffragata dalle analisi svolte dai migliori esperti in vari campi, ci dice che:

1) Nel periodo compreso indicativamente tra i 300.000 e i 3.000 anni fa, l'Uomo ha vissuto in libertà, era un Uomo pacifico, solidale e tutt'altro che 'selvaggio e rude'. Le forme di organizzazione sociale erano strutturate localmente secondo regole relative (non istituzionalizzate e assolute), operanti all'interno di ogni singolo gruppo, che venivano modificate a seconda delle esigenze particolari di ogni comunità e dei loro singoli componenti in rapporto al comandamento naturale. Come in una struttura sociale anarchica, le leggi erano quindi approvate e condivise da tutti per il miglioramento della comunità, non erano perciò imposte da alcuno per un proprio tornaconto, e queste leggi si ponevano in maniera armonica con la Natura.

2) Mutazioni climatiche e conseguenti carestie, trasformarono le comunità pastorali dell'area caucasica (Kurgan - 5000 a.C. circa), che si videro costrette, prima di invadere l'Europa, a regolamentare le produzioni agricole secondo leggi esclusive, proprietarie, difensive-offensive. Gli appezzamenti di terra dovettero essere rubati, conquistati con la forza, recintati, e sorvegliati (embrione del concetto di 'polis' e successivamente di 'Stato-Nazione'). Nacquero la proprietà privata e una legislazione autoritaria, anticomunitaria, imposta dai singoli possidenti (oggi deremmo latifondisti), basata sull'esigenza di difesa dei prodotti e degli esclusivi diritti sulla compravendita (embrione del libero mercato, della privatizzazione, e del sistema economico). La difesa armata, intesa ormai come azione prioritaria per la sussistenza, costrinse alla schiavitù coloro che erano fisicamente più deboli, principalmente le donne, le quali divennero forzatamente concubine, quindi spose con mansioni marginali e riproduttive.

3) La Natura, pura e astratta, che inizialmente sovrintendeva alle leggi comunitarie anarchiche, venne poi sfruttata dalle caste sacerdotali nate in conseguenza dell'umanizzazione del fato e a supporto dei primi ricchi possidenti, al fine di avvicinare le masse a un altro tipo di morale (privata) e a nuovi culti, facendo leva sull'innato senso di paura degli individui nei confronti del non-conosciuto. Le divinità, rese concrete, divennero i feticci cui legare il senso comune di speranza (per un buon raccolto, per una guarigione, per una maternità, per il buon esito di una compravendita, per un'esistenza ultraterrena, ecc). In sostanza, anche la Natura con la sua morale venne privatizzata e gli individui furono ri-legati (religio), cioè vincolati in un altro modo all'originaria Dea Madre. Il connubio ormai inscindibile tra i due poteri (sovrani e sacerdoti) trasmette in eredità la figura del re che governa per nome di un dio, atteggiandosi egli stesso a divinità discesa in terra e fatta carne. L'originaria Dea Madre, essendo femmina e portatrice di vita, non poteva più essere riconsiderata dalle società divenute ormai guerriere, non più libere, esaltatrici della forza muscolare e della morte in nome del sovrano (poi della patria). Le divinità femminili divennero sempre più rare, ricoprenti ruoli di complemento trasfigurato, traslato e/o opportunistico.

4) Dal 1500 a.C. circa fino ad oggi, le forme riguardanti la gestione sociale sono cambiate solo in apparenza, la struttura e il metodo sono identici, una struttura e un metodo fondati sulla gerarchia, sulla forza fisica, sulla guerra, sulla discriminazione, sullo sfruttamento dell'Uomo sull'Uomo, sulla proprietà privata, sull'addomesticamento dei sudditi, sull'illusione propagandata che serve a condizionare le coscienze. Nonostante tutte le leggi e tutti i governi, da 3000 anni non cessano i crimini che sono l'espressione più evidente del fatto che un tale sistema pone gli individui in uno stato di cattività permanente, quindi in costante inclinazione al crimine. E' molto facile vedere, nella maggior parte dei crimini, una voglia di liberazione da questo sistema, dalle condizioni sociali in cui il sistema pone ogni individuo. Chi nei crimini non vede questa voglia di liberazione, dovrebbe almeno ragionare su questo.

Posti questi quattro punti fermi, ci sembra inconcepibile il fatto che un cambiamento reale e totale sia considerato impossibile da raggiungere. Questo sistema, anzitutto, non è l'unico possibile. Anzi, tra tutti è il più nefasto. In secondo luogo, proprio perché da 3000 anni il popolo non ha MAI conosciuto giustizia libertà e pace, ci si dovrebbe rendere conto che alimentare ancora questo sistema è da incoscienti. Il tracciato della nostra Storia indica chiarissimamente che l'umanità ha fatto a meno dello Stato e delle sue gerarchie fino a 3000 anni fa, e che semmai proprio dalla nascita dello Stato sono derivati arretratezza culturale, guerre, ingiustizie e crimini. La strada anarchica, che in maniera del tutto ovvia e naturale viene abbracciata dai maggiori intellettuali e dai movimenti storici inneggianti al ritorno al passato, indica e chiarifica la rotta per il cambiamento logico, propone esempi e soluzioni concrete (non utopie). Tornare al passato non vuol dire retrocedere in termini di progresso, come alcuni forse credono. Si tratta invece di un ritorno alla dimensione umana e all'unica morale di cui siamo parte integrante e in cui non possono esistere servi, padroni, Stati, chiese, morali artificiali. Solo lo Stato (governi annessi) ha dimostrato di essere un'utopia, per giunta violenta.

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6 commenti:

Sandra C. ha detto...

Finalmente ho letto qualcosa di positivo,sereno che mi ha sollevato e alleggerito da tutto quello che avevo letto dalle 6.30 ad ora...leggo voi e penso che sono cazzate,montature,attorcigliamenti inutili e dannosi che prima o poi si inghiottiranno fra di loro e spariranno lasciandoci pura aria fresca.Grazie ragazzi e buona giornata anarchica e dolce. La bella che è addoormentaaata....la lala.....

coscienza critica ha detto...

Grazie Sandra, la la la... :-)

Anonimo ha detto...

Secondo me per cambiare le coscienze, i modi di fare e la mentalità (in generale) della gente, ci vorrebbe una propaganda-libertaria COSTANTE, che rieduchi e riporti tutti i popoli sulla giusta strada. Diciamo che per poterlo fare bisognerebbe impadronirsi dei mezzi di informazione (Media) e delle scuole(visto i risultati e la loro efficacia). La domanda è; in che modo?


Dimmi cosa ne pensi di tutto ciò.

Anonimo abituale del blog!

coscienza critica ha detto...

Penso che hai toccato uno dei punti fondamentali, la propaganda. Da questo blog abbiamo denunciato l'assenza di propaganda anarchica, lo abbiamo fatto più di una volta (nella colonna di destra, se clicchi sul banner 'un nostro articolo su A rivista', potrai leggere in questo senso). Riguardo ai media, personalmente sono per un'occupazione anche momentanea di uno studio televisivo, al fine di divulgare info concernenti l'anarchismo. In alternativa all'occupazione, e anche se paghiamo il canone rai, noi potremmo fare una colletta per comprarci spazi televisivi autogestiti o pagine di giornali nazionali. Per le scuole, in verità si stanno aprendo un mucchio di scuole libertarie anche in Italia, e questo è un buon segno che risponde ad esigenze reali di libertà.

Anonimo ha detto...

Si, come detto prima, sono un Anonimo abituale e quindi avevo già letto il tuo post sulle scuole libertarie (avevo visto pure quel video di 57 minuti dove si intervistavano gli alunni, maestri ecct). Ma dimmi una cosa; per le medie e superiori non ci sarebbero scuole del genere? e inoltre quanto si pagano al mese (ogni mese, no?)?

Dall'abituale.

coscienza critica ha detto...

Le medie libertarie esistono, spesso all'interno delle elementari. Le superiori non credo, ma forse non servono nemmeno, perché quando a un bambino gli si fa vedere che esiste una visione di vera libertà, e quando impara a vivere in autonomia e autostima, crescerà sempre con questa consapevolezza. Comunque anche le superiori le vedrei benissimo, se non altro per imparare tutto ciò che lo Stato nasconde a livello di filosofia politica (materie come 'individualismo e comunismo anarchico' sarebbero eccezionali). I costi non li conosco, dovresti contattare direttamente le scuole, magari variano, io so che alcune non sono neanche fiscali (quando si hanno i soldi si paga), e comunque penso che non differiscano dai prezzi delle scuole private.

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