martedì 17 gennaio 2012

inerziAnarchica

Compagni e compagne, al di là dei meriti che ognuno di voi ha, individualmente, indubbiamente, e sui cui meriti da questo blog ci sentiamo di porre tutta la stima, oggi esprimiamo la nostra amarezza nei riguardi dell'inerzia che caratterizza l'universo anarchico con tutte le sue sfumature e gradazioni, soprattutto alla luce delle contingenze, dei fatti sociali e politici (nazionali e internazionali), delle nervose vibrazioni delle masse sfruttate. L'indubbia capacità di analisi delle questioni sociali che contraddistingue libertari e anarchici, aggrava vieppiù la situazione di stallo (così viene percepita) dei nostri gruppi, colpevolmente disuniti e immobili di fronte ad un'urgenza più volte da noi sottolineata e sostenuta, e che va ben oltre i problemi delle realtà locali. Qui siamo di fronte a tutt'un popolo sfruttato che cerca dei riferimenti. E a fronte di questa urgenza la forza anarchica risulta ancora troppo atomizzata, circoscritta, quindi sostanzialmente assente.
Siamo giunti a un punto della Storia dove le coscienze stanno maturando e indirizzandosi verso una volontà di autonomia, dove lo sdegno e la rabbia crescono di pari passo alla voglia di vero cambiamento, e dove la pressione sociale vuol trovare un suo sfogo. Conosciamo lo sfogo cieco del popolo che si rivolge sempre verso la prima feritoia che trova. Qual è oggi questa feritoia? Dove sta andando il popolo a cercare sollievo catartico (ahinoi momentano)? Verso coloro che, opportunisticamente, stanno cavalcando i moti di disperazione. Poco importa al popolo quale bandiera si leverà in testa, perché purtroppo in questo stato di cose, in questa urgenza, ogni bandiera è buona per chi deve sfogarsi. Anche in questo caso la Storia insegna. E mentre al solo fine di ottenere consenso i fascisti si preparano a dare illusoriamente al popolo ciò che esso pretende, gli anarchici, che non hanno menzogne, né partiti, né autorità da imporre a nessuno, bensì una prospettiva di libertà concreta e porte spalancate alle istanze del popolo, si ritagliano luoghi angusti di azione, i quali, ancorché importanti e umanamente preziosi, finiscono per rimanere fagogitati da tutto ciò che accade intorno.
Da tempo denunciamo la carenza di una propaganda cooperata, di uno stimolo comune che vada nell'identica direzione (certo, 'ostinata e contraria', ma che sia progetto comune), senza che ciò comporti il 'rischio' assurdamente paventato dell'omologazione. L'ultimo convegno nazionale della FAI risale al novembre 2011, e i temi trattati non fanno riferimento alla necessità della presenza anarchica, unitaria, sull'intero territorio. Può darsi che questa necessità sia avvertita soltanto da noi del blog e dal giornale Sicilia Libertaria, ma anche la nostra è una voce. Anche se oggi registriamo un logico e crescente interesse delle persone nei riguardi dell'anarchia, le agitazioni, i fermenti di massa, il turbine delle contingenze... non consentono al popolo un orientamento preciso sulla base dei nostri esempi diffusi a macchia di leopardo. Altre forze, le più terribili e criminali, hanno già preparato la loro subdola trappola, le loro autoritarie bandiere, le loro ipocrite proteste, sfruttando l'emotività e le pulsioni di libertà di quanti non saranno mai liberati, ma ancora sfruttati.
Alcuni compagni (troppo pochi) mantengono la convinzione e anche la tradizione di una propaganda diretta, fatta di comizi e di porte aperte; ci sono anche insegnanti anarchici che con coraggio e ostinazione educano alla libertà non nascondendo mai la parola 'anarchia', e questo, secondo noi, dovrebbe essere d'esempio, perché se è vero che l'anarchia è la naturale predisposizione all'umana coscienza, e se questa predisposizione necessita di tempo per liberarsi dalle sovrastrutture imposte da secoli di oppressione, è anche vero che un'azione di propaganda coordinata e pensata anche come progetto politico, ruba molti anni al tempo stesso e a tutti gli autoritarismi, a tutto vantaggio della nuova e libera umanità che amiamo.

Se vogliamo vedere un mondo di persone unite nella libertà, facciamo che la libertà ci renda visibilmente uniti.



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4 commenti:

Cirano ha detto...

purtroppo sono i nostro mali storici che tu sottolinei....ma la chiamata alle armi può venire solo quando siamo allo stremo e ancora forse non ci siamo!

Anonimo ha detto...

Nella terribile tragedia della nave Concordia emerge una verità che se confermata dovrebbe far aprire gli occhi a tanti, sembrerebbe che il personale di bordo si sia ribellato al comandante, che si sà in una nave è il re assoluto, questo ha permesso a molte più persone di salvarsi.....grazia

coscienza critica ha detto...

Caro Cirano, le armi senza il cervello non portano a niente. Qui facciamo appello alla conoscenza che si divulga con una propaganda che, però, è assente. Allora prima si conosce, poi si combatte, questa è la mia opinione.

coscienza critica ha detto...

Caro Anonimo, è la dimostrazione che le autorità nuocciono, mentre la saggezza è nel popolo unito e solidale. Anarchia unica via.

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