Nei vari luoghi dove esiste la presenza di persone, si trova sempre qualcuno capace di rinnegare persino la propria coscienza pur di non ammettere a se stesso che l'ideale anarchico è aderente al proprio pensiero, all'io più sincero. Lo diciamo con cognizione di causa e per esperienza. La cosa ci sembra grave, dal momento che proprio in questo autorifiuto si identifica una limitazione della libertà personale. Si tratta di un'autocensura che fa male sia a chi la esercita, sia a tutta la collettività.
Esiste davvero questa paura, in verità falsa, che rende le persone refrattarie a qualsiasi speculazione di natura libertaria. Si tratta di persone che hanno ricevuto informazioni distorte in merito all'anarchia e queste informazioni (imposte da chi non vuole che l'individuo prenda coscienza) formano una capsula coriacea che riveste la loro coscienza.
Scoprire la straordinaria efficacia dell'anarchismo rispetto ai problemi dell'umanità è davvero facile, è sufficiente documentarsi direttamente alle fonti originali -e non attraverso ciò che viene detto- per capire dove sta la verità, quindi anche dove sta la menzogna. Frasi come 'nessun uomo ha ricevuto dalla natura il diritto di comandare gli altri', di Denis Diderot, è davvero difficile da non condividere. Infatti, intimamente tutti la condividono, ma alcuni provano un senso di repulsione sapendo che ricalca l'ideale anarchico.
Si arriva ad assistere ad una contraddizione di coscienza, dove l'amore universale nei riguardi della fratellanza, predicato anche dalle persone paurose dell'anarchia, viene cortocircuitato o ignorato se quella stessa fratellanza viene predicata dagli anarchici. Sembra si voglia far finta di nulla e, in effetti, è proprio così, la reazione di queste persone, nel migliore dei casi, è quella dell'indifferenza. Di fronte alla scoperta del vero anarchismo (che non è caos e assenza di regole, non è neanche violenza), queste persone si scherniscono, adottano un atteggiamento di finta indifferenza. Perché finta? Perché la conoscenza non si può nascondere o ignorare. La conoscenza parla direttamente alle coscienze e allora possiamo affermare che queste persone hanno paura della loro stessa coscienza. Hanno paura di scoprirsi anarchici (l'uomo nasce anarchico, ma non lo sa, lo ignora o lo vuole ignorare).
Pur di non ammettere a se stessi la bontà dell'anarchia, un'altra reazione tipica di queste persone è quella di cercare disperatamente i pretesti più assurdi, i cavilli più nascosti e inesistenti o tentano -riuscendoci- di disseminare il percorso logico di improbabili 'se' o 'ma'. Come dire: se il muro è bianco e lo si afferma, queste persone cercano argomenti che rinneghino quel colore. Assurdo, ma è così. Nello stesso modo, quando noi anarchici spieghiamo con una logica lineare e trasparente il meccanismo violento dello Stato nei confronti del cittadino, l'interlocutore pauroso comincia a cercare motivi o prove per dimostrare che noi abbiamo torto (e ce la mette davvero tutta). Ma questi tentativi, spesso goffi, insensati, contraddittori, non servono a convincere noi di avere torto, piuttosto servono a convincere loro stessi di aver ragione per non cadere nelle fauci terribili della loro stessa coscienza. E' un metodo di auto-dissuasione, una maniera per difendersi da chissà quale maleficio o sortilegio. Come se ammettere la validità della filosofia anarchica significasse condannarsi al sempiterno foco degl'inferi.
Questo è il risultato o l'effetto di una propaganda di Stato che da almeno cento anni denigra gli anarchici proprio per la loro carica contagiosa di verità e di libertà, una propaganda continua che accusa gli anarchici in ogni frangente, li insulta, li condanna in ogni modo possibile, sì da far apparire l'anarchia qualcosa di pericoloso, di terribile. In effetti l'anarchia è sì pericolosa, ma non certo per i cittadini che sono l'essenza dell'umanità, quell'umanità che gli anarchici vogliono difendere e liberare da ogni oppressore.
Così al bambino viene insegnato che l'anarchia è violenza (quando invece l'anarchia odia la violenza), che senza regole non si vive (quando invece l'anarchia vive di regole-altre), che è disordine (semmai è dis-ordine, inteso come sovvertimento dell'ordine costituito, statale, oppressivo). Allora il bambino cresce con l'idea che lo Stato è buono e guai, un domani, fargli scoprire la verità, le reazioni potrebbero essere anche violente o come quelle descritte fin ora. Canzoni sanguinarie e di rivolta? Benvengano, ma solo quelle dello Stato (inni nazionali), chi invece osa urlare in piazza 'alle armi' viene additato, se non addirittura condannato. Al di là della digressione che vale come esempio, c'è da riflettere davvero sulla paura indotta nei riguardi dell'anarchia.
Il problema è che questa paura nei confronti della propria coscienza tende ad alienare l'individuo, il quale non si sente libero di esplorare altri orizzonti (anche se egli sostiene di essere liberissimo), si sente intimorito e si autolesiona nello spirito. Queste persone, pur lamentandosi di molte cose storte e di vari soprusi subiti, sono quelle che dicono a se stesse: 'è vero, ma non voglio crederci', senza con questo concludere nulla, anzi ostacolando il processo di liberazione per tutta l'umanità.
Cosa succede quando il pauroso si convince lì per lì, anche parzialmente, della bontà dell'ideale anarchico? Pur di continuare a difendersi e a non accettare tale bontà, il pauroso si aggrappa a ciò che ha, a ciò che egli ritiene una 'sicurezza' e vuole da noi anarchici una dimostrazione scientifica, provata, testata dell'anarchia. Tra parentesi, sarebbe molto bello se tutti questi sistemi di autodifesa venissero applicati davvero contro lo Stato, allora sì non ci sarebbe bisogno di spiegare l'anarchia (tu, pauroso, prova a fare le pulci a chi ti opprime e anche a te stesso, fai domande, richiedi prove). Fine parentesi. Ebbene, esigere una prova dell'anarchia applicata è come pretendere dallo Stato la prova provata che la legge è uguale per tutti o che vi sia una vera giustizia sociale. Chi si aggrappa a queste sfide, sperando di mettere in difficoltà gli anarchici, cade male. Sono molti quelli che dicono: 'ma l'anarchia è un'utopia, non si può realizzare', illudendosi di aver trovato in questi due luoghi comuni una propria salvezza, un salvacondotto per rimanere nella propria prigione. Ma dobbiamo disilluderli. Anzitutto diciamo che l'anarchia si è compiuta in varie parti del mondo (Danimarca), (Italia), (Barcellona), (Parigi), (Kronstadt) ..ecc.. quindi la prova c'è, l'anarchia si può fare, ma, a prescindere da queste prove, bisogna dire che l'anarchia è una condotta, una filosofia che nasce dall'uomo per sua stessa esigenza, e per il solo fatto che l'uomo riesca a pensarla, essa è realizzabile. 'Quando è una sola persona a sognare, non è altro che un sogno. Ma quando molte persone sognano insieme, è l'inizio di una realtà'. (F. Hundertwasser)
Alcune citazioni di anarchici illustri
Se il governo fosse davvero fondato sul consenso del popolo, questo governo non avrebbe alcun potere sull'individuo che rifiutasse tale consenso (W. Godwin)
I governi vivono, per la maggior parte, sull'ubriachezza dei popoli, come fingono di proteggere l'istruzione, mentre la loro forza è basata sull'ignoranza: simulano di proteggere la libertà e la costituzione, allorché il potere si mantiene per la mancanza di libertà. (L. Tolstoj)
La legge non ha reso l'uomo nemmeno un tantino più giusto. (D. Thoreau)
Se veramente la parola delitto avesse un significato, nessun delitto sarebbe maggiore di quello che la società compie col lasciar sussistere la miseria. (L. Molinari)
La democrazia è menzogna, è oppressione, è in realtà oligarchia, cioè governo di pochi a benefizio di una classe privilegiata (E. Malatesta)
Il governo, la legge, la forza armata, mantengono il povero nella soggezione del ricco, l'operaio nella dipendenza del padrone (M. Bakunin)
Altri aforismi
A chi non ha paura della propria coscienza e/o vuole scrollarsi di dosso un po' di luoghi comuni, consigliamo la lettura 'Ti spiego l'anarchia' (pdf). Nella colonna di destra ci sono altri banners informativi, tra cui anche il programma anarchico di Errico Malatesta. Buona libertà a tutti.
Esiste davvero questa paura, in verità falsa, che rende le persone refrattarie a qualsiasi speculazione di natura libertaria. Si tratta di persone che hanno ricevuto informazioni distorte in merito all'anarchia e queste informazioni (imposte da chi non vuole che l'individuo prenda coscienza) formano una capsula coriacea che riveste la loro coscienza.
Scoprire la straordinaria efficacia dell'anarchismo rispetto ai problemi dell'umanità è davvero facile, è sufficiente documentarsi direttamente alle fonti originali -e non attraverso ciò che viene detto- per capire dove sta la verità, quindi anche dove sta la menzogna. Frasi come 'nessun uomo ha ricevuto dalla natura il diritto di comandare gli altri', di Denis Diderot, è davvero difficile da non condividere. Infatti, intimamente tutti la condividono, ma alcuni provano un senso di repulsione sapendo che ricalca l'ideale anarchico.
Si arriva ad assistere ad una contraddizione di coscienza, dove l'amore universale nei riguardi della fratellanza, predicato anche dalle persone paurose dell'anarchia, viene cortocircuitato o ignorato se quella stessa fratellanza viene predicata dagli anarchici. Sembra si voglia far finta di nulla e, in effetti, è proprio così, la reazione di queste persone, nel migliore dei casi, è quella dell'indifferenza. Di fronte alla scoperta del vero anarchismo (che non è caos e assenza di regole, non è neanche violenza), queste persone si scherniscono, adottano un atteggiamento di finta indifferenza. Perché finta? Perché la conoscenza non si può nascondere o ignorare. La conoscenza parla direttamente alle coscienze e allora possiamo affermare che queste persone hanno paura della loro stessa coscienza. Hanno paura di scoprirsi anarchici (l'uomo nasce anarchico, ma non lo sa, lo ignora o lo vuole ignorare).
Pur di non ammettere a se stessi la bontà dell'anarchia, un'altra reazione tipica di queste persone è quella di cercare disperatamente i pretesti più assurdi, i cavilli più nascosti e inesistenti o tentano -riuscendoci- di disseminare il percorso logico di improbabili 'se' o 'ma'. Come dire: se il muro è bianco e lo si afferma, queste persone cercano argomenti che rinneghino quel colore. Assurdo, ma è così. Nello stesso modo, quando noi anarchici spieghiamo con una logica lineare e trasparente il meccanismo violento dello Stato nei confronti del cittadino, l'interlocutore pauroso comincia a cercare motivi o prove per dimostrare che noi abbiamo torto (e ce la mette davvero tutta). Ma questi tentativi, spesso goffi, insensati, contraddittori, non servono a convincere noi di avere torto, piuttosto servono a convincere loro stessi di aver ragione per non cadere nelle fauci terribili della loro stessa coscienza. E' un metodo di auto-dissuasione, una maniera per difendersi da chissà quale maleficio o sortilegio. Come se ammettere la validità della filosofia anarchica significasse condannarsi al sempiterno foco degl'inferi.
Questo è il risultato o l'effetto di una propaganda di Stato che da almeno cento anni denigra gli anarchici proprio per la loro carica contagiosa di verità e di libertà, una propaganda continua che accusa gli anarchici in ogni frangente, li insulta, li condanna in ogni modo possibile, sì da far apparire l'anarchia qualcosa di pericoloso, di terribile. In effetti l'anarchia è sì pericolosa, ma non certo per i cittadini che sono l'essenza dell'umanità, quell'umanità che gli anarchici vogliono difendere e liberare da ogni oppressore.
Così al bambino viene insegnato che l'anarchia è violenza (quando invece l'anarchia odia la violenza), che senza regole non si vive (quando invece l'anarchia vive di regole-altre), che è disordine (semmai è dis-ordine, inteso come sovvertimento dell'ordine costituito, statale, oppressivo). Allora il bambino cresce con l'idea che lo Stato è buono e guai, un domani, fargli scoprire la verità, le reazioni potrebbero essere anche violente o come quelle descritte fin ora. Canzoni sanguinarie e di rivolta? Benvengano, ma solo quelle dello Stato (inni nazionali), chi invece osa urlare in piazza 'alle armi' viene additato, se non addirittura condannato. Al di là della digressione che vale come esempio, c'è da riflettere davvero sulla paura indotta nei riguardi dell'anarchia.
Il problema è che questa paura nei confronti della propria coscienza tende ad alienare l'individuo, il quale non si sente libero di esplorare altri orizzonti (anche se egli sostiene di essere liberissimo), si sente intimorito e si autolesiona nello spirito. Queste persone, pur lamentandosi di molte cose storte e di vari soprusi subiti, sono quelle che dicono a se stesse: 'è vero, ma non voglio crederci', senza con questo concludere nulla, anzi ostacolando il processo di liberazione per tutta l'umanità.
Cosa succede quando il pauroso si convince lì per lì, anche parzialmente, della bontà dell'ideale anarchico? Pur di continuare a difendersi e a non accettare tale bontà, il pauroso si aggrappa a ciò che ha, a ciò che egli ritiene una 'sicurezza' e vuole da noi anarchici una dimostrazione scientifica, provata, testata dell'anarchia. Tra parentesi, sarebbe molto bello se tutti questi sistemi di autodifesa venissero applicati davvero contro lo Stato, allora sì non ci sarebbe bisogno di spiegare l'anarchia (tu, pauroso, prova a fare le pulci a chi ti opprime e anche a te stesso, fai domande, richiedi prove). Fine parentesi. Ebbene, esigere una prova dell'anarchia applicata è come pretendere dallo Stato la prova provata che la legge è uguale per tutti o che vi sia una vera giustizia sociale. Chi si aggrappa a queste sfide, sperando di mettere in difficoltà gli anarchici, cade male. Sono molti quelli che dicono: 'ma l'anarchia è un'utopia, non si può realizzare', illudendosi di aver trovato in questi due luoghi comuni una propria salvezza, un salvacondotto per rimanere nella propria prigione. Ma dobbiamo disilluderli. Anzitutto diciamo che l'anarchia si è compiuta in varie parti del mondo (Danimarca), (Italia), (Barcellona), (Parigi), (Kronstadt) ..ecc.. quindi la prova c'è, l'anarchia si può fare, ma, a prescindere da queste prove, bisogna dire che l'anarchia è una condotta, una filosofia che nasce dall'uomo per sua stessa esigenza, e per il solo fatto che l'uomo riesca a pensarla, essa è realizzabile. 'Quando è una sola persona a sognare, non è altro che un sogno. Ma quando molte persone sognano insieme, è l'inizio di una realtà'. (F. Hundertwasser)
Alcune citazioni di anarchici illustri
Se il governo fosse davvero fondato sul consenso del popolo, questo governo non avrebbe alcun potere sull'individuo che rifiutasse tale consenso (W. Godwin)
I governi vivono, per la maggior parte, sull'ubriachezza dei popoli, come fingono di proteggere l'istruzione, mentre la loro forza è basata sull'ignoranza: simulano di proteggere la libertà e la costituzione, allorché il potere si mantiene per la mancanza di libertà. (L. Tolstoj)
La legge non ha reso l'uomo nemmeno un tantino più giusto. (D. Thoreau)
Se veramente la parola delitto avesse un significato, nessun delitto sarebbe maggiore di quello che la società compie col lasciar sussistere la miseria. (L. Molinari)
La democrazia è menzogna, è oppressione, è in realtà oligarchia, cioè governo di pochi a benefizio di una classe privilegiata (E. Malatesta)
Il governo, la legge, la forza armata, mantengono il povero nella soggezione del ricco, l'operaio nella dipendenza del padrone (M. Bakunin)
Altri aforismi
A chi non ha paura della propria coscienza e/o vuole scrollarsi di dosso un po' di luoghi comuni, consigliamo la lettura 'Ti spiego l'anarchia' (pdf). Nella colonna di destra ci sono altri banners informativi, tra cui anche il programma anarchico di Errico Malatesta. Buona libertà a tutti.
2 commenti:
Interessante la mini-guida che hai linkato :)
E' interessante l'anarchia, quella vera. Ciao.
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